Funerali Patrizia Russo: don Cumbo (vicario Agrigento), “la violenza non risolve i problemi, anzi li amplifica”. “Decifrare segnali di disagio per scongiurare il peggio”

“Ci conceda il Signore di fermare tutto ciò che è portatore di morte. Ci aiuti a comprendere che la violenza non risolve i problemi, anzi li amplifica, e che ogni forma di chiusura mentale e relazionale è l’anticamera di un tunnel che non ci farà mai vedere la luce”. Così il vicario generale dell’arcidiocesi di Agrigento, don Giuseppe Cumbo, nell’omelia dei funerali dell’insegnante agrigentina di 53 anni, Patrizia Russo, uccisa dal marito in provincia di Alessandria, celebrati questo pomeriggio nella chiesa Sacro Cuore di Gesù alle Rocche del capoluogo siciliano.
Commentando l’incontro di Gesù con la vedova di Naim, don Cumbo ha sottolineato che il gesto e le parole di Gesù al figlio morto della donna – “ragazzo, dico a te, alzati!” – hanno oggi come “destinatari tutti noi, tramortiti e attoniti dinanzi a un fatto inatteso che fortemente si è impresso nel nostro animo. Storditi dalle contraddizioni della nostra storia e dai gesti inspiegabili che insanguinano la nostra società, siamo invitati a continuare a vivere”. Per il sacerdote, “feriti dal dolore per tante morti assurde, siamo chiamati a risorgere e a essere promotori di vita”.
Di qui l’invocazione conclusiva al Signore: “Ci aiuti a capire che chi provoca la morte, in qualche modo la morte ce l’ha dentro; e tutti quelli che sono morti, nel corpo come nello spirito, meritano di poter risorgere, prima che sia troppo tardi. Ci aiuti a comprendere  che tante ‘risurrezioni’ passano attraverso la nostra capacità di cogliere e decifrare ogni minimo segnale di disagio e offrire relazioni efficaci di aiuto, per scongiurare il peggio; e che, quando il peggio è avvenuto, passano anche dalla nostra disponibilità a perdonare, senza per questo giustificare il male o diventare complici di chi lo compie”.

 

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