La povertà in Austria colpisce soprattutto le donne e famiglie monoparentali. “Le donne sono ancora quelle che corrono il rischio più elevato di povertà”, ha sottolineato oggi la presidente della Caritas Nora Tödtling-Musenbichler in una conferenza stampa a Vienna per celebrare l’inizio della campagna nazionale annuale della Caritas. Il lavoro assistenziale e domestico, non retribuito, la mancanza di assistenza all’infanzia, i “lavori femminili” mal retribuiti e le disuguaglianze strutturali tra i sessi hanno aumentato il rischio di povertà delle donne. Secondo Tödtling-Musenbichler sono necessarie riforme per combattere la povertà e migliori condizioni di lavoro femminile e una garanzia di mantenimento. “La povertà non è destino, ma una conseguenza di strutture ingiuste”. Due persone su tre colpite dalla povertà che si rivolgono ai consultori sociali della Caritas sono donne, ha spiegato la presidente della Caritas, che con il direttore della Caritas di Vienna Klaus Schwertner, ha sottolineato i risultati allarmanti di una nuova analisi che evidenzia come “soprattutto le madri single, sono state gravemente colpite dalle conseguenze della pandemia, dell’inflazione e dell’aumento dei costi della vita”. “Bisogna finalmente colmare il divario di genere”, ha chiesto Tödtling-Musenbichler. Le donne “svolgono ogni giorno quasi due ore in più di lavoro non retribuito rispetto agli uomini, lavorano più spesso in settori con salari bassi e dipendono quindi spesso dalle prestazioni sociali. L’obiettivo deve essere l’indipendenza economica delle donne affinché possano garantirsi ed evitare la povertà in età avanzata”.