“Se non ci sono denunce non è perché non ci siano stati abusi, è perché il trattamento che andiamo a ricevere è più doloroso dell’abuso stesso”. Testimonianze come questa, quella di un sacerdote che ha subito abusi in seminario, hanno dato l’avvio all’atto di riconoscimento e riparazione nei confronti delle vittime degli abusi nella Chiesa di Madrid, in Spagna. Ieri sera centinaia di persone si sono radunate davanti alle porte della cattedrale dell’Almudena per unirsi in preghiera, senza categorie né ruoli, in un evento segnato dal silenzio e dal dolore.
L’atto è iniziato con un primo momento, quello dell’ascolto. Un silenzio profondo, interrotto solo dalla proclamazione del Salmo 13: “Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?”. Un quartetto d’archi ha accompagnato dolcemente le testimonianze delle vittime, i cui racconti sono risuonati nel cuore dei presenti: “Se non danno importanza e credibilità alla nostra storia, come faremo a compiere il difficile passo di uscire dall’anonimato, essendo pieni di paure, paure e vergogna?”. Le loro parole, piene di verità e di disperazione, riflettono la difficoltà di molte vittime a denunciare, non per mancanza di coraggio, ma per la paura di essere nuovamente vittime.
Nel corso dell’evento, queste testimonianze hanno dimostrato l’entità dei danni causati, anche a causa dell’insabbiamento. Una delle citazioni più toccanti è arrivata da una donna che ha parlato della confusione e del tradimento che ha provato: “Finché non è successo, era una persona di assoluta fiducia per me… La mia testa mi diceva che questo non stava succedendo”. Le testimonianze, intervallate da momenti di silenzio, hanno colpito in profondità i partecipanti che hanno rispettato il dolore condiviso. I presentii, uniti come popolo di Dio e comunità in preghiera, senza ruoli o categorie di vittime o carnefici, hanno accompagnato le vittime.
In un secondo momento i presenti sono stati invitati all’interno della cattedrale, dove si è svolto l’atto penitenziale. Nel presbiterio, davanti all’altare della cattedrale, un ulivo come simbolo di pace e riconciliazione, accompagnato da una targa con la scritta: “In memoria di tutte le vittime di abusi nella nostra Chiesa. ‘Ciò che avete fatto a uno di questi, l’avete fatto a me’ (Mt 25,40)”. Un gesto che rappresenta non solo l’impegno della Chiesa di Madrid nei confronti delle vittime, ma anche la necessità di ricordare e riparare.
L’arcidiocesi di Madrid ha invitato anche i mezzi di comunicazione a partecipare all’atto pubblico di riconoscimento e riparazione nei confronti delle vittime di abusi nella Chiesa. Durante l’atto, con l’intenzione di tutelare l’identità e la privacy delle vittime degli abusi e assicurare loro il benessere in un atto così delicato, i media hanno avuto un posto specifico da dove seguire l’evento. A ciò si è aggiunta la richiesta di non riprendere i volti delle vittime.