Spagna: card. Cobo (Madrid), di fronte agli abusi subiti dalle vittime “non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo voltare pagina”

Lacrime e ferite “ci hanno aperto gli occhi per riconoscere che non ci siamo presi cura delle vittime, che non vi abbiamo difeso e che abbiamo resistito a comprendervi quando era più necessario”. Lo ha affermato, ieri sera, il card. José Cobo, arcivescovo di Madrid, visibilmente commosso, nella cattedrale dell’Almudena, durante l’atto di riconoscimento e riparazione nei confronti delle vittime degli abusi nella Chiesa di Madrid, in Spagna. Non ci sono “parole vuote”, ha insistito; “solo il riconoscimento di un dolore che ha segnato vite intere. Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo voltare pagina”, ha dichiarato l’arcivescovo in un discorso che ha cercato di mostrare un cambiamento nell’atteggiamento della Chiesa nei confronti delle vittime.
Dopo queste parole e la recita del Padre Nostro, una persona ha posto l’incenso davanti alla croce. Anche i seminaristi della diocesi hanno voluto prendere parte all’evento e hanno cantato il Salmo 130: “Dal profondo ti invoco, Signore: “Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica”.
Questo atto, pur non cancellando la sofferenza vissuta dalle vittime, rappresenta un passo avanti nel riconoscimento e nella riparazione del danno causato. “La Chiesa di Madrid, consapevole della propria responsabilità, ha chiarito che non volterà pagina”, hanno detto dal progetto “Repara” dell’arcidiocesi. “Le ferite ancora aperte delle vittime richiedono memoria, giustizia e una profonda trasformazione nel modo in cui l’istituzione affronta gli abusi, non solo di natura sessuale, ma anche di potere e di coscienza”. “Quello che faremo non sarà mai sufficiente a riparare quanto è accaduto. Ci restano solo la fede e le vostre ferite. Non saranno invano”.
Questa promessa, di non ripetere gli errori del passato, è stata simbolicamente suggellata con un nuovo ulivo piantato, che servirà a ricordare permanentemente che la Chiesa di Madrid non dimentica il dolore delle sue vittime. Dall’arcidiocesi hanno ricordato che “la vita di Dio, quando l’accogliamo ai piedi della croce, fa sempre sbocciare la speranza, tra le oscurità e le tenebre” e come risultato di questo incontro “vogliamo che si apra la vita. Per questo pianteremo un nuovo ulivo davanti alle porte della cattedrale, segno della pace e fonte del balsamo che guarisce. Ci ricorderà la nostra preghiera e il nostro riconoscimento di ogni sopravvissuto, di ogni vittima”.
Questo ulivo, hanno sottolineato, “è una preghiera per ogni cuore ferito, per ogni gesto messo a tacere, e un impegno di pace e di riconoscimento per non voltare mai più pagina e seminare vita”.

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