Diocesi: mons. Perego (Ferrara), la nuova lettera pastorale dedicata ai “segni di speranza” e la presentazione in due incontri pubblici

“Segni dei tempi, segni di speranza”. Questo il titolo della nuova lettera pastorale dell’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. Gian Carlo Perego che verrà presentata in due incontri pubblici: il primo, il 24 ottobre alle 20.30 in Seminario a Ferrara; il secondo, la sera successiva, nell’Oratorio di Codigoro. Per il presule il prossimo Anno Pastorale sarà “particolarmente ricco di fede, di carità e di speranza” sottolineando che sarà la Pentecoste (At 2,1-13) l’icona biblica che “ci guiderà in questo anno”. La Pentecoste – scrive nel testo anticipato in sintesi dal settimanale diocesano “La Voce” – chiede “una comunità, chiede un luogo, la Chiesa. Noi troppe volte sottovalutiamo l’importanza del luogo, della Chiesa nella nostra esperienza di fede. In realtà il luogo, la Chiesa permette l’incontro, l’ascolto, il silenzio, la preghiera personale e comune, la celebrazione dei sacramenti: la Chiesa è il segno di un’appartenenza, di una comunità di riferimento”. Molti i temi citati nel testo a partire dai poveri: il Giubileo che si celebrerà il prossimo anno – è anche “un tempo per dare speranza, soprattutto ai poveri, che sono milioni di persone che soffrono per la fame, la sete, lo sfruttamento della loro terra e di loro stessi. Come cristiani che vivono il Giubileo che è libertà e liberazione, non possiamo guardare altrove e fingere di non vedere i poveri del mondo, o abituarci a loro. I poveri ci sono anche vicini: di casa, di lavoro, in parrocchia. Per i poveri vicini e lontani dobbiamo impegnarci nella carità e nella giustizia, nella condivisione delle risorse, anche della terra”. E poi le guerre: “se ne contano 56: un popolo su quattro è in conflitto al suo interno o con altri Paesi”, si legge nel testo.  La guerra “porta con sé morte, violenza, abbandono, fuga. Oltre che morti, la guerra genera profughi, rifugiati, poi ancora la corsa alle armi – sempre più crescente nel mondo, ma anche in Italia – che ha destinato 3 miliardi di euro in più ogni anno per cinque anni in armamenti”.

Mons. Perego cita quindi il tema della vita e ricorda il tema della denatalità, soprattutto in Europa e “non meno in Italia e nelle nostre città e nei nostri paesi del territorio ferrarese – dove l’unico Comune con un saldo positivo di nascite sui morti è Goro – è uno degli aspetti più drammatici che creano spopolamento, soprattutto delle aree interne e insicurezza per il domani”. E ricorda come “segni e luoghi di speranza” i Centri di Aiuto alla Vita che con “il loro impegno ecclesiale, culturale e sociale hanno aiutato molte donne a far nascere il loro bambino. Segni di speranza sono le risorse che alcuni Paesi e comunità investono nelle politiche familiari e per le giovani coppie per favorire la casa, l’accesso alle cure, l’educazione scolastica”. Il presule ferrarese ricorda poi il clima di “vendetta per chi commette un reato, di rifiuto di ogni aiuto e percorso alternativo nei confronti dei detenuti” e ricorda la prossima inaugurazione di una nuova struttura della Caritas diocesana destinata a progetti di alternativa di pena e per le visite dei familiari ai detenuti. E ancora il tema della malattia e l’impegno come cristiani a visitare e curare gli ammalati e i giovani che hanno perso la fiducia perché vedono infrangere i loro sogni contro la realtà”. E poi gli anziani, “soprattutto soli”. “La crescita dell’invecchiamento delle nostre città e paesi – Ferrara ha più pensionati che lavoratori – diventa un’ipoteca sul futuro della città, anche in termini di servizi, di cura. Eppure, anche gli anziani sono un segno di speranza, perché ci consegnano la memoria di una vita di studio, di lavoro, di sofferenze, ma anche di sogni realizzati”.

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