Parla di “interferenze straniere illecite e sforzi di disinformazione attiva” una nota dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che fa il bilancio preliminare di quanto rilevato dagli osservatori internazionali che hanno seguito le elezioni presidenziali e il referendum costituzionale del 20 ottobre in Moldavia. Il voto è risultato “influenzato” e “le condizioni della campagna non hanno consentito condizioni di parità tra i candidati”, si legge, sebbene gli uffici amministrativi abbiano “lavorato in modo professionale, dimostrando imparzialità”. Nella campagna elettorale sono mancate pari opportunità tra i candidati ed è stato “rilevato un uso improprio delle risorse pubbliche”. “La Moldavia merita credito per aver implementato una serie di riforme volte ad aumentare la fiducia del pubblico nel sistema elettorale, nel contesto di una pesante propaganda russa”, ha dichiarato Lucie Potůčková, coordinatrice speciale e responsabile degli osservatori Osce: misure di sicurezza informatica, garanzia di un alto livello di partecipazione femminile, tra gli elementi positivi per cui “c’è molto da festeggiare”. Tuttavia, in un contesto di “minacce alla sicurezza nazionale derivanti dalla guerra causata dall’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa”, in molti hanno segnalato che la Moldavia è “l’obiettivo di una guerra ibrida in corso diretta dall’estero che include finanziamenti illeciti di attori politici, campagne di disinformazione e attacchi informatici”.
A parlare di “intensa interferenza sostenuta dal Cremlino nei processi elettorali” è anche Petra Bayr, capo della delegazione dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, che ha aggiunto: “Lodiamo la leadership del Paese per aver consultato coraggiosamente la popolazione su questa scelta fondamentale e siamo pronti a sostenere la Moldavia nel rafforzare ulteriormente la sua società inclusiva e aperta”. Servono però ulteriori riforme democratiche e migliore capacità di combattere la disinformazione e le interferenze esterne.
“Accogliamo con favore i risultati del referendum”, ha affermato Michael Gahler, capo della delegazione del Parlamento europeo, che ha denunciato una “interferenza russa massiccia, maligna e illecita senza precedenti, in particolare attraverso l’acquisto di voti, gli attacchi ibridi e la disinformazione”. Da parte di Gahler l’invito a “resistere a qualsiasi interferenza” in vista del secondo turno delle elezioni presidenziali e delle elezioni parlamentari del 2025.