“Ciascuno, qui, si sentirà libero di esprimersi tanto più spontaneamente e liberamente, quanto più percepirà attorno a sé la presenza di amici che gli vogliono bene e che rispettano, apprezzano e desiderano ascoltare ciò che ha da dire”. Sono le parole del Papa sul clima sinodale, pronunciate nell’omelia della Messa di apertura della seconda sessione del Sinodo sulla sinodalità, presieduta in piazza San Pietro. “E questa per noi non è solo una tecnica di facilitazione del dialogo o una dinamica di comunicazione di gruppo: abbracciare, proteggere e prendersi cura è infatti parte stessa dell’indole della Chiesa, per sua vocazione luogo ospitale di raccolta, dove la carità collegiale esige una perfetta armonia, da cui risulta la sua forza morale, la sua bellezza spirituale, la sua esemplarità”. “Tra noi ci sono molte persone forti, preparate, capaci di sollevarsi in alto con i movimenti vigorosi di riflessioni e intuizioni geniali”, ha osservato Francesco: “Tutto ciò è una ricchezza, che ci stimola, ci spinge, ci costringe a volte a pensare in modo più aperto e ad andare avanti con decisione, come pure ci aiuta a rimanere saldi nella fede di fronte a sfide e difficoltà. Però è un dono che va unito, a tempo opportuno, alla capacità di rilassare i muscoli e di chinarsi, per offrirsi gli uni agli altri come abbraccio accogliente e luogo di riparo: per essere, come diceva San Paolo VI, una casa di fratelli, un’officina d’intensa attività, un cenacolo di ardente spiritualità”. “Il cuore aperto, il cuore in dialogo, ma non è del Signore il cuore chiuso nelle proprie convinzioni”, ha aggiunto a braccio: “Non c’è maggioranza o minoranza: quello che è fondamentale è l’armonia, che soltanto può farla lo Spirito Santo, che con tante voci diverse può creare una sola voce. Pensiamo alla mattina di Pentecoste, a come lo Spirito ha creato quella armonia nelle differenze”.