“Abbiamo chiesto perdono, abbiamo riconosciuto di essere peccatori. Abbiamo messo da parte l’orgoglio, ci siamo distaccati dalla presunzione di sentirci migliori degli altri. Siamo diventati più umili?”. Sono le parole del Papa sulla Veglia penitenziale di ieri. “Anche l’umiltà è dono dello Spirito Santo, dobbiamo chiederlo”, ha spiegato Francesco all’apertura della seconda sessione del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità: “L’umiltà come dice l’etimologia della parola ci restituisce alla terra, all’humus, e ci ricorda l’origine, dove senza il soffio del Creatore saremmo rimasti fango senza vita. L’umiltà ci permette di guardare il mondo riconoscendo di non essere meglio degli altri”. “Non fatevi un’idea troppo alta di voi stessi”, l’invito sulla scorta di San Paolo: “E non si può essere umili senza amore”. “I cristiani dovrebbero essere come quelle donne descritte da Dante Alighieri in un suo Sonetto, donne che hanno il dolore nel cuore per la perdita del padre della loro amica Beatrice: ‘Voi che portate la sembianza umile, con gli occhi bassi, mostrando dolore’”, la citazione del Papa dalla Vita Nuova: “Questa è l’umiltà solidale e compassionevole, di chi si sente fratello e sorella di tutti, patendo lo stesso dolore, e riconoscendo nelle ferite e nelle piaghe di ognuno, le ferite e le piaghe di nostro Signore”. Dal principio della creazione fino ad oggi, ha sottolineato il Papa, “siamo in cammino, come dei ‘misericordiati’, verso il pieno e definitivo compimento del disegno di amore del Padre. Conosciamo la bellezza e la fatica del cammino. Lo percorriamo convinti dell’essenza relazionale della Chiesa, sapendo di essere chiamati a riflettere la luce del nostro sole, che è Cristo, come pallida luna che assume fedelmente e gioiosamente la missione di essere per il mondo sacramento di quella luce, che non brilla da noi stessi”. “Un sedicente cristiano che non entra nella gratuità e nella misericordia di Dio è semplicemente un ateo travestito da cristiano”, ha aggiunto a braccio: “La misericordia di Do ci fa affidabili e responsabili”.