In Italia i nonni svolgono un ruolo prezioso per “la sostanziale, anche se sofferta, tenuta dei nuclei familiari rispetto alle funzioni sociali ed in particolare al rapporto con le nuove generazioni”, nonostante “l’evidente crisi dell’istituto familiare”, afferma la sociologa Carla Collicelli presentando oggi a Roma, presso la Lumsa, il Rapporto Anla 2024 “Il ruolo dei nonni nella società italiana”, realizzato per l’Associazione nazionale lavoratori anziani da un’equipe di studiosi coordinata dalla stessa sociologa in occasione della Festa odierna dei nonni e memoria liturgica degli angeli custodi. Il report analizza il calo delle nascite e il saldo demografico pesantemente negativo (-280mila) compensato solo dalla dinamica migratoria (+274mila), rilevando che nel 2042 la popolazione over 65 toccherà i 18,7 milioni, rispetto ai 14 milioni del 2023, con un indice di vecchiaia che dovrebbe salire a 304 contro il 188 attuale, mentre, al contrario, la popolazione nella fascia 15-64 anni diminuirà a 31,3 milioni dagli oltre 37,5 milioni attuali. Una condizione sociale e culturale, quella degli anziani, che tuttavia “va costantemente migliorando” anche grazie a “quello che va sotto il nome di ‘invecchiamento attivo’”. Anche grazie ai nonni, “nonostante l’affievolirsi delle responsabilità educative e l’indebolimento della funzione di trasmissione dei valori”, la famiglia, sostiene Collicelli, “continua ad essere il luogo principale dell’attenzione alla qualità della vita, al dialogo e alla comprensione”, un soggetto “socialmente affidabile” in un “panorama complessivo di crescente individualismo e deresponsabilizzazione”, fondamentale anche “nei processi di scambio democratico, di formazione dell’identità e di costruzione della fiducia”.