Diocesi: mons. Giombanco (Patti), “abbattere le barriere architettoniche, meno luminarie nelle feste patronali”

“Camminiamo secondo lo Spirito” è il titolo della lettera pastorale che il vescovo di Patti, mons. Guglielmo Giombanco, ha consegnato, nella concattedrale Santi Martiri del XX secolo, a Patti, alle comunità parrocchiali, ai sacerdoti, ai religiosi, alle consacrate, a movimenti, gruppi e associazioni all’inizio del nuovo anno pastorale, a conclusione dell’assemblea ecclesiale diocesana. Un anno che sarà caratterizzato dalla terza tappa del cammino sinodale, la fase profetica, e dal Giubileo del 2025.
Una lettera che “guarda” al passato per evidenziare quanto di bello e di costruttivo realizzato nelle precedenti due fasi del cammino sinodale, narrativa e sapienziale, e con la visita pastorale attualmente in corso, ma che, soprattutto, si proietta verso il futuro, in primis, appunto, alla “fase profetica”, di cui sarà icona la Pentecoste, “che ci vedrà impegnati – scrive mons. Giombanco – nel discernimento guidato dallo Spirito per assumere alcune decisioni, partendo sempre dall’ascolto e dal dialogo necessari alla crescita di ogni singola comunità”.
Nella diocesi di Patti il Giubileo sarà aperto ufficialmente il 29 dicembre con una solenne celebrazione in cattedrale; le chiese giubilari, oltre la stessa cattedrale, saranno i santuari di Tindari e quello del Letto Santo, a Santo Stefano di Camastra; dal 25 al 28 agosto 2025 ci sarà un pellegrinaggio diocesano a Roma.
Un altro aspetto che sta particolarmente a cuore a monsignor Giombanco è quello dell’“esperienza cristiana domestica, portando il Vangelo nelle famiglie e vivendo insieme momenti di ascolto e di preghiera”. In tale contesto, ecco il senso della profezia: “Una fede intelligente che sappia leggere dentro le situazioni per scoprirvi la presenza di Dio, un’intelligenza che ha il coraggio del cambiamento, cercando soluzioni inedite, gettando fasci di luce dove ci si muove a tentoni. Così si traduce il Vangelo nell’oggi della storia”. Mons. Giombanco rimarca ancora l’importanza fondamentale della formazione e della preghiera: “Le nostre comunità avranno un cuore che vibra se sono oranti, se tengono acceso il roveto ardente della preghiera. Per questo è necessario togliere qualche attività in più e concentrarsi su ciò che è essenziale. Una fede, quindi, che sa osare, audace, senza farsi espropriare dall’attivismo sfrenato”.
Quale gesto concreto per il Giubileo, “che deve far rinascere la speranza”, mons. Giombanco auspica che “nelle comunità si possa procedere all’abbattimento delle barriere architettoniche” e che ci siano concreti gesti di solidarietà. A tal proposito, “è mio desiderio che le feste patronali siano tappe del pellegrinaggio nella fede e occasione per esprimere la solidarietà verso chi vive in situazione di disagio. Meno bombe, meno luminarie, più sobrietà e gesti concreti di prossimità”.

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