“Prima di ‘dare da mangiare’, e nel nostro caso di informare, è necessario ascoltare la voce di chi ha fame, di chi chiede di conoscere”, ha detto Mauro Ungaro, presidente della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), ieri sera nel suo saluto al Convegno nazionale dei presidenti e assistenti diocesani di Azione Cattolica, che si tiene fino a domani a Sacrofano. “Da comunicatori, che nella propria professione hanno come riferimento la Parola, l’ascolto a cui siamo chiamati è (…) un atteggiamento che ha come presupposto una relazione personale caratterizzata da un silenzio rispettoso verso quanto l’altro ha da dire e come conseguenza l’accettare di lasciarsi penetrare e cambiare dalle sue parole, dalla sua storia”. Si tratta anche però, ha continuato Ungaro, di “dare nuovo vigore al rapporto con il territorio in modo ancora più pregnante (…), perché il territorio non è inteso solamente come luogo fisico ma è, prima di tutto, il luogo teologico in cui la Chiesa vive la missione”. All’Ac poi ha chiesto di continuare ad aiutare l’informazione cattolica per “raccontare la speranza che viene dal territorio”, grazie alla “presenza unica e insostituibile nelle Chiese locali e nella Chiesa italiana, che ancora riesce a intercettare le fasce più giovani e le famiglie”.