“Credo che la consapevolezza della vocazione alla fede, che vive nella speranza e si apre alla carità, sia la caratteristica del credente del nostro tempo”. Con queste parole mons. Angelo Spinillo, vescovo di Aversa, ha iniziato la sua omelia nella messa di apertura del secondo giorno del Convegno nazionale dei presidenti e assistenti diocesani unitari di Azione Cattolica, che ha presieduto a Sacrofano. “Mi piace spesso ripetere che se qualcuno volesse chiederci chi sono, oggi, i cristiani, potremmo rispondere dicendo che sono, siamo coloro che hanno consapevolezza di aver ricevuto una chiamata, che vivono una vocazione. Quando diciamo vocazione, intendiamo una chiamata che genera una relazione, che riconosce la presenza dell’altro e si apre all’incontro. Per la vocazione colui che è chiamato prende consapevolezza di sé, della sua esistenza, della propria, personale, inconfondibile individualità”. Rivolgendosi ai circa 300 partecipanti, provenienti da oltre 150 diocesi italiane, mons. Spinillo ha esortato a essere per il mondo “testimonianza di credenti che vivono e annunciano la verità della vocazione”. E poi ha aggiunto: “La consapevolezza della vocazione, la grazie di essere chiamati a vivere, a vivere in relazione personale di dialogo, da persona a persona, da persona con la totalità della vita, con Dio credo possa essere una via nuova, efficace per il vivere dell’umanità”. Perciò “non abbiamo timore. Viviamo intensamente la consapevolezza di esser chiamati dal Signore a conoscere e vivere la sua misericordia, e , come spezziamo e condividiamo il pane della vita così il nostro vero apostolato sia il testimoniare a donare al mondo la fiducia nella presenza del Dio che chiama a vivere con lui”.