Iran: Amnesty International, rischio di imminente esecuzione di un minorenne al momento del reato

Amnesty International segnala il rischio di imminente esecuzione di un minorenne – al momento del reato – in Iran. L’organizzazione – si legge in un comunicato – ha appreso che le autorità iraniane intendono eseguire, lunedì 21 ottobre nella città di Shiraz, la condanna a morte di Mohammad Reza Azizi, che ora ha 21 anni ma che all’epoca dell’omicidio del quale è stato giudicato colpevole era minorenne. La sua condanna a morte e l’esecuzione in programma “violano il diritto internazionale, che vieta l’uso della pena capitale nei confronti di persone minorenni al momento del reato”. Azizi è stato arrestato nel settembre 2020, quando aveva 17 anni, e condannato a morte il 15 agosto 2021. Secondo gli atti ricevuti da Amnesty International, il giudice del processo si è basato unicamente su “confessioni” fatte durante gli interrogatori dall’imputato, che non era assistito da alcun avvocato. La Corte suprema ha confermato la condanna a morte nel novembre 2021. Nel luglio 2023 è stata respinta la richiesta di un nuovo processo. Secondo l’Organizzazione di medicina legale, un istituto statale che agisce sotto la supervisione del potere giudiziario, al momento del reato Azizi aveva “lo sviluppo mentale e la maturità” per comprendere le sue azioni e le conseguenze che ne sarebbero derivate. Su come si sia arrivati a questa conclusione non ci sono informazioni, salvo quella che l’imputato sapeva pronunciare il proprio nome e cognome. Queste “valutazioni sulla maturità”, da parte di giudici e medici, – scrive Amnesty – “violano apertamente i diritti delle persone minorenni, esponendole al rischio di esecuzione”. L’esecuzione di Azizi era stata già programmata nel corso del 2024 per poi essere sospesa. Amnesty International ha ricordato che, in quanto stato parte della Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia e del Patto internazionale sui diritti civili, l’Iran ha “l’obbligo giuridico di considerare minorenni tutte le persone al di sotto dei 18 anni di età e di non condannarle alla pena di morte o all’ergastolo ostativo”. L’organizzazione per I diritti umani ha sollecitato le Nazioni Unite così come l’Unione europea e i stati membri a “intervenire urgentemente per salvare la vita di Azizi”.

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