La Commissione europea per l’efficienza della giustizia (Cepej) del Consiglio d’Europa ha reso pubblico il decimo rapporto di valutazione che individua le principali tendenze dei sistemi giudiziari su scala europea e nei Paesi membri. Il rapporto si compone di una parte di analisi generale e poi di schede sintetiche per ogni Paese. Su scala europea, emerge, per esempio, che la parte di bilancio destinato alla giustizia rappresenta circa lo 0,31% del Pil, percentuale inferiore rispetto ad altri settori pubblici. In media, ogni Paese spende 85,4 euro pro capite per il proprio sistema giudiziario (un aumento medio di 7,31 euro rispetto al 2020) e i due terzi sono destinati ai tribunali, il 25% alla procura e il resto all’assistenza legale (11%). Questa ultima percentuale è calata notevolmente (-16%) rispetto al 2020. Invece ci sono stati incrementi significativi nell’ambito della formazione (+54%), in controtendenza rispetto al periodo del Covid19. Secondo dati del 2022, in Europa ci sono 22 giudici, 12 pubblici ministeri e 180 avvocati ogni 100.000 abitanti, con variabili considerevoli tra Paesi e sistemi giuridici differenti. Più numerose le donne giudice e pubblici ministeri rispetto agli uomini (il 57% dei giudici togati e il 54% dei pubblici ministeri). Ma, segnala il Rapporto, il “soffitto di cristallo” è ancora una realtà, sebbene abbia iniziato a incrinarsi poiché la percentuale di donne che occupano le posizioni più alte continua ad aumentare. Tra il 2012 e il 2022, sono cresciuti, seppur di poco, gli stipendi di giudici e pubblici ministeri rispetto allo stipendio medio che è 2,5 volte superiore allo stipendio medio nazionale a inizio carriera e 4,9 volte a fine carriera.