Per iniziativa dell’International Christian Embassy Jerusalem (Icej), oltre 400 cristiani arriveranno in Israele in questi giorni per partecipare alla Festa dei Tabernacoli, che ricorda la vita del popolo di Israele nel deserto durante il viaggio verso la terra promessa. Da oggi (fino al 23 ottobre) la Festa si dipanerà attraverso una serie di eventi, a partire da un tour dell’area di confine di Gaza e da una cerimonia speciale di commemorazione al Parco Nazionale HaBsor per onorare i 1.500 israeliani caduti o presi in ostaggio. I visitatori cristiani, secondo quanto riferisce il Ministero del Turismo di Israele, “ascolteranno testimonianze dirette da ufficiali della sicurezza locale e leader comunitari sugli eventi tragici avvenuti durante Simchat Torah lo scorso anno. Visiteranno anche siti tragicamente noti, tra cui il luogo del festival musicale Nova, il Kibbutz Be’eri e il ‘cimitero delle auto’ vicino a Tkuma, per ottenere un’impressione personale di ciò che è accaduto. La Festa 2024 costituirà la più grande missione di solidarietà verso Israele dall’inizio della guerra” scoppiata dopo il 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele. Il raduno della Festa vedrà interventi di alti leader israeliani, nonché testimonianze di familiari di ostaggi ed esperti di sicurezza sulla situazione attuale della guerra. I delegati dell’Icej pianteranno centinaia di bulbi di tulipano rossi e gialli in memoria dei caduti e degli ostaggi, che fioriranno questo inverno al nuovo sito commemorativo di Nova, formando un cuore rosso e un nastro giallo. “La Festa dei Tabernacoli è tradizionalmente una festa di gioia, ma ha dato il conflitto in corso e l’immensa tragedia che ha colpito Israele un anno fa, abbiamo il dovere di iniziare quest’anno con una cerimonia di commemorazione solenne nell’area del Negev occidentale, così duramente colpita il 7 ottobre scorso”, ha dichiarato David Parsons, vicepresidente senior e portavoce dell’Icej. “La nostra presenza qui in questo momento difficile è un forte messaggio di sostegno e preoccupazione cristiana per questa nazione e per le sofferenze subite dal popolo israeliano”.