“La fotografia puntuale e dettagliata scattata dalla Fondazione Moressa conferma il contributo positivo dell’immigrazione alla nostra società sia in termini demografici che fiscali ed economici, guai dunque ad affrontare il fenomeno con pregiudizi ideologici e populismo: servono norme adeguate, al passo con i cambiamenti che stiamo vivendo, per salvaguardare la dignità dei lavoratori stranieri e valorizzare percorsi concreti di inclusione e formazione”. Lo scrive sui profili social della Fai-Cisl il segretario generale Onofrio Rota, commentando il Rapporto annuale della Fondazione Moressa sull’economia dell’immigrazione, presentato oggi al Viminale.
“Il contribuito dell’immigrazione al nostro Pil – scrive il sindacalista – è all’8,8% e i contribuenti stranieri apportano un saldo positivo per le casse dello Stato di 1,2 mld. Importanti anche i dati demografici: nel 2070 senza immigrazione avremmo molti più pensionati che lavoratori. Sono trend coerenti con quelli che riscontriamo da anni nelle filiere agroalimentari, dove la manodopera immigrata è oltre il 30% e in alcuni comparti anche il 50%. Da questo punto di vista, va apprezzato l’ascolto riservato dalla ministra Calderone alle nostre proposte, visti i cambiamenti in via di introduzione da parte del Governo, concertati anche con il ministero della Sovranità alimentare, per rendere più efficace la lotta al sommerso e al caporalato, anche attraverso l’incrocio delle banche dati, e per prevedere percorsi di emersione per gli stranieri che denunciano casi di sfruttamento, anche attraverso l’assegno di inclusione”. “La strada da seguire è questa – conclude Rota – per costruire un’immigrazione regolare, che favorisca la qualificazione delle competenze e del mercato del lavoro valorizzando anche le potenzialità della bilateralità, che nel settore agricolo è avanzata e ben strutturata, e può contribuire anche a dinamiche di ripopolamento delle aree interne e rurali”.