Una “raccomandazione” particolare per una buona causa. È il contenuto di una lettera inedita di Mario Luzi, di cui il 20 ottobre ricorrono i 110 anni della nascita, al critico letterario e giornalista Leone Piccioni, figlio dell’allora segretario Dc ed ex presidente del Consiglio Attilio, inviata nell’agosto del 1960 e recentemente ritrovata da Nino Alfiero Petreni, collaboratore di Toscana Oggi, tra i documenti del centro studi “La barca” di Pienza di cui Petreni è presidente.
Nella missiva, di cui dà notizia lo stesso Petreni sul numero del settimanale che esce in questi giorni, l’allora quaranteseienne poeta, rivolgendosi all’amico – all’epoca capo dei servizi culturali unificati del Giornale Radio e del Telegiornale Rai a Roma – scrive: “Sono venuto a passare una settimana quassù sulle pendici dell’Amiata a Samprugnano che è il paese dei miei genitori” e aggiunge: “Mi sono preso la briga di molestarti perché solleciti l’esplicazione della pratica” affinché il paese, allora lontana frazione di Roccalbegna, fosse elevato a comune autonomo, dando seguito a una richiesta già inoltrata dalla prefettura di Grosseto al ministero dell’Interno. Cosa che effettivamente avvenne all’inizio del 1963, con il cambio di nome in Semproniano e l’invito dei due amici alla festa che si tenne in paese. Qualche tempo dopo a Mario Luzi fu conferita la cittadinanza onoraria.