“L’Ucraina sarà al centro delle nostre discussioni. Ascolteremo il Presidente Zelensky sul suo piano di vittoria proposto e lavoreremo sui prossimi passi per costruire un consenso attorno a un’iniziativa di pace radicata nei principi della Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale”. Finalmente compare la parola pace nei documenti dell’Ue. In questo caso si tratta della lettera di invito al Consiglio europeo di domani e dopodomani, inviata dal presidente Charles Michel ai 27 capi di Stato e di governo dell’Unione europea. “Ci concentreremo – precisa – anche sul nostro impegno finanziario nei confronti dell’Ucraina. Mi aspetto che manterremo l’impegno assunto a giugno, insieme ai partner del G7, di fornire circa 45 miliardi di euro (50 miliardi di dollari) entro la fine dell’anno per sostenere le esigenze militari, di bilancio e di ricostruzione dell’Ucraina”. Questione che al momento è bloccata dal veto ungherese. “Nonostante questi importanti progressi, dovremmo anche valutare il supporto fornito finora e intensificare i nostri sforzi con l’avvicinarsi dell’inverno. Con oltre metà delle infrastrutture energetiche dell’Ucraina distrutte, gli sforzi per l’inverno necessitano di un’attenzione urgente”.
Michel aggiunge: “Ci concentreremo anche sul Medio Oriente. A un anno dai brutali attacchi terroristici di Hamas contro il popolo israeliano del 7 ottobre, la situazione sta peggiorando drasticamente. Sul campo, la situazione umanitaria sta peggiorando, con un tributo inaccettabile per i civili innocenti. Un cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi rimangono le massime priorità”. Il Consiglio europeo “deve spingere con fermezza per la de-escalation e insistere sul rispetto del diritto internazionale e umanitario”. Poi una sottolineatura: “I recenti attacchi alle forze di peacekeeping delle Nazioni Unite nel Libano meridionale sono irresponsabili e inaccettabili. La sicurezza del personale delle Nazioni Unite e degli operatori umanitari deve essere protetta. Riaffermiamo inoltre il nostro forte sostegno alle Nazioni Unite e al suo Segretario generale”.