Sinodo: madre Angelini, “ripartire dall’umano più ordinario”

“Superare una visione statica dei luoghi per aprirsi alla dimensione reticolare dei luoghi della relazione attraverso cui si articola la vitalità della Chiesa”. È l’invito di madre Maria Ignazia Angelini, nella meditazione tenuta oggi in Aula Paolo VI, alla presenza del Papa, durante il Sinodo sulla sinodalità, in corso in Vaticano fino al 27 ottobre. “Gesù ama i banchetti”, ha fatto notare la religiosa: “Sorprende quel tratto dello stile di Gesù, maestro itinerante, che – particolarmente nel racconto di Luca – lo rivela amante dei banchetti. Si manifesta subito dall’inizio, con la vocazione di Levi, e fino all’ultimo – nel cenacolo, luogo della consegna ultima: ‘Ho desiderato intensamente mangiare con voi’”. “Mensa: luogo dell’umano ove la costitutiva itineranza dell’annuncio trova necessaria sosta; ove le relazioni affondano radici; luogo fortemente simbolico ove è messa a nudo, e dal basso è condivisa, la fame – ma anche luogo in cui vengono allo scoperto le nascoste ipocrisie”. “Mangiare insieme è un’espressione del Vangelo dell’incarnazione”, ha spiegato madre Angelini: “Il bisogno scava negli umani spazio di relazione non vano, con l’altro, amico o nemico, santo o peccatore”. “Nel cercare i luoghi della missione stiamo attenti a non cercare luoghi straordinari, ma i luoghi della vita ordinaria comune”, il monito a proposito del “principio domestico della Chiesa”: “Vicini a tavola, pericolosamente vicini, nel bisogno elementare di mangiare per vivere. In questo luogo radicale dell’umano Gesù inaugura la relazione generativa, il luogo per dire Dio”. ”Ripartire dall’umano più ordinario”, l’imperativo per la Chiesa sinodale.

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