Estendere il congedo di paternità obbligatorio dagli attuali 10 giorni a 22 giorni lavorativi, di cui almeno 10 da fruire consecutivamente nel primo mese dalla nascita, eliminando l’obbligo di preavviso di cinque giorni al datore di lavoro e ammettendo invece la possibilità di trasmettere una certificazione entro 48 ore dall’avvio della fruizione del congedo. E’ la prima delle proposte contenute nel progetto europeo 4e-Parent, presentate ai politici in vista della legge di bilancio, durante una conferenza dal titolo “Il tempo dei papà”. Lo riferisce Angela Giusti, ricercatrice dell’Istituto superiore di sanità. Applicare ai congedi di paternità i medesimi criteri di obbligatorietà esistenti per il congedo di maternità, estendere la platea degli aventi diritto al congedo di paternità e al congedo genitoriale ai padri freelance, iscritti alla gestione separata, calcolando il compenso sulle ultime due dichiarazioni dei redditi precedenti all’anno di inizio della gravidanza, portare dall’80 al 100% la retribuzione del congedo obbligatorio di maternità, sono ulteriori proposte. E ancora: prevedere quattro mesi di congedi genitoriali retribuiti all’80%, di cui due riservati alle madri e due ai padri; prevedere l’anticipo da parte dello Stato dei compensi per i congedi alle aziende, per venire incontro alle esigenze della piccola e media impresa; introdurre premi per le aziende con certificazione di genere che, a loro volta, premiano i fornitori che avviano il processo di certificazione di genere; rilevare le modalità di utilizzo dei giorni di congedo di paternità fruiti nei primi cinque mesi di vita dei bambini; avviare una campagna di informazione pubblica che illustri i benefici dell’utilizzo dei congedi riservati ai padri e dell’accudimento paterno fin dai primi mesi di vita dei figli. Infine incentivare il lavoro agile per i genitori, se fruito da entrambi.