Nel 2023 la fame ha colpito circa 733 milioni di persone, 152 milioni in più rispetto al 2019, equivalenti a 1 persona su 11 a livello globale. La situazione peggiora in Africa, dove ne soffre il 20,4% della popolazione ovvero 1 persona su 5, mentre resta stabile in Asia, continente che però continua a ospitare oltre la metà delle persone in condizione di fame nel mondo, e vede una riduzione dei livelli di fame in America Latina. Ma è a Gaza che attualmente si registra il più alto tasso di malnutrizione a livello globale: 1,1 milioni di bambini, pari all’intera popolazione infantile, versano in uno stato di gravissima insicurezza alimentare a causa del conflitto in corso. È quanto emerge nell’ultima analisi di Save the Children “La fame mangia i bambini”, lanciata oggi contestualmente alla campagna per sensibilizzare il pubblico. Se da una parte i trend evidenziano che, nel mondo, la malnutrizione infantile sia costantemente diminuita dal 2000 in avanti, dall’altra gli ultimi dati disponibili mostrano che i livelli di malnutrizione siano ancora drammatici e lontani dai target definiti dall’Obiettivo di sviluppo sostenibile 2. La malnutrizione acuta nei bambini è aumentata del 20% tra il 2020 e il 2022 nei 19 Paesi più colpiti da crisi umanitarie, passando da 23 milioni nel 2020 (pre-pandemia) a 27.7 milioni nel 2022. Considerando i trend attuali, si stima che 128,5 milioni di bambini (19,5%) saranno affetti da malnutrizione cronica nel 2030, circa la metà dei quali in Africa occidentale e centrale. Sebbene i dati mostrino una lieve riduzione all’inizio del 2023 (27.1 milioni), lo scoppio di nuovi conflitti – come quello in Sudan, nella Repubblica Democratica del Congo e nei Territori Palestinesi Occupati – potrebbe aver causato un ulteriore aumento del numero di bambini affetti da malnutrizione acuta nel 2023.