“Noi siamo stati il primo ente di promozione sportiva a nascere e lo abbiamo fatto per accogliere tutti, non solo a parole. Naturalmente continueremo nel segno di quello che abbiamo fatto in questi 80 anni, orgogliosamente legati ai nostri valori che sono gli stessi di allora. Tra i ragazzi che sono cresciuti nei nostri oratori, qualcuno è perfino diventato campione nello sport, ma tutti sono diventati campioni nella vita”. Lo ha detto oggi pomeriggio Vittorio Bosio, presidente nazionale del Centro sportivo italiano (Csi), intervenendo, presso la Sala stampa della Camera dei deputati, alla presentazione del libro “Csi Roma, ottant’anni di storia sportiva, ecclesiale e sociale” di Mario Monaco ed edito da Ave. “I fondatori del Csi sono stati dei profeti perché in quella Roma in costruzione hanno avuto una visione: hanno saputo guardare avanti rapportandosi con le istituzioni, amministrative e politiche sempre a testa alta, per dare dignità a chi non ce l’aveva, ai ragazzi che giocavano nei campetti dietro le chiese e alle loro famiglie”, ha spiegato mons. Carlo Mazza, vescovo emerito di Fidenza e cappellano azzurro in cinque edizioni delle Olimpiadi. Lo hanno fatto – ha aggiunto – “donando umanità e insegnando la civile convivenza”. È stata “l’Azione cattolica a capire per prima l’importanza sociale dello sport alla fine della seconda guerra mondiale, quando al tempo era solo puro agonismo. Oggi tutti parlano del valore educativo della pratica sportiva ma il Csi l’ha fatto già 80 anni fa e oggi continua a farlo con grandi risultati”, ha spiegato Carlo Mornati, segretario generale del Coni. Per Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, il Csi ha “saputo comprendere come lo sport sia uno degli elementi fondamentali nella formazione dei giovani. Un libro nato non solo per ricordare il formidabile laboratorio di crescita che il Csi ha costruito nel nostro paese, ma ci aiuta a custodire la memoria delle persone che in questi 80 anni hanno edificato questa realtà che è bene non dimenticare”. Dal secondo Dopoguerra ad oggi il Csi Roma ha saputo cogliere il nesso tra sport e spiritualità, impegno educativo e sociale. La storia del Csi della Capitale si intreccia con quella del proprio territorio, ma – come sempre avviene per le realtà romane – ha spesso avuto risonanze, collegamenti, legami con la storia dell’Italia, a livello nazionale. Fino ad oggi, questa storia è “stata tramandata come si faceva in famiglia, in chiacchiere informali a latere di una riunione, a tavola o in macchina durante i viaggi associativi”, si legge in una nota: il Consiglio provinciale del Csi Roma “ha voluto dare piena dignità a questa storia e a queste storie, evitando il rischio che – sparendone i cantori protagonisti diretti dell’esperienza – sparissero anche i ricordi”.