Sinodo: Pires, “abusi sulle religiose tra i temi possibili del documento finale”

“È un tema che stiamo ancora analizzando, non sappiamo se sarà inserito o meno nel documento finale, ma credo di sì: è una questione molto importante, soprattutto in alcune regioni del mondo, non solo in Africa”. Sheila Leocádia Pires, segretaria della Commissione per l’informazione del Sinodo sulla sinodalità, ha risposto così alle domande dei giornalisti sugli abusi di cui sono vittima le religiose da parte del clero. “Oggi c’è stato un intervento sulle violenze – non solo abusi sessuali, ma di potere e di coscienza – ai danni delle religiose che è stato molto applaudito”, ha riferito Pires durante il briefing odierno in sala stampa vaticana. Le donne abusate spesso non riescono a esprimersi sugli abusi subiti, è stato detto, “a causa di un atteggiamento patriarcale della Chiesa e della società, e così restano in silenzio”. I partecipanti al Sinodo hanno anche denunciato il fatto che “nella maggior parte dei seminari manca una presenza femminile e di laici esperti nella formazione dei candidati al sacerdozio”: una presenza, invece, che “sarebbe fondamentale per una formazione equilibrata”. “Molti degli sbagli che sono stati fatti riguardo agli abusi in passato derivano dal fatto che i vescovo erano isolati e sotto pressione”, ha detto Paolo Ruffini, prefetto dl Dicastero per la comunicazione della Santa Sede e presidente della Commissione per l’informazione del Sinodo sulla sinodalità, riferendo degli interventi in Aula Paolo VI. Tra le proposte avanzate, quella di istituire nelle diocesi “un Comitato consultivo di eserti che affianchino il vescovo, non solo per le decisioni da prendere nel contrasto agli abusi ma anche per i sacerdoti che poi vengono trovati innocenti e ai quali va restituita credibilità”. “Nella società come nella Chiesa siamo abituati a vivere all’interno di relazioni rigide”, ha denunciato suor Gloria Liliana Franco Echeverri, testimone del processo sinodale: “abbiamo bisogno di una purificazione delle culture, tramite la cultura della cura. C’è bisogno di una revisione dei modelli relazionali non coerenti con la vita di Gesù, con modalità che non sono ispirate da una vera cultura della cura, ma che vengono da fuori e rischiano i danneggiare le donne”. “Gli abusi sulle religiose riguardano questo Sinodo – gli ha fatto eco Mons. Zbigņevs Stankevičs, arcivescovo di Riga – perché sono di ostacolo alla missione: provocano scandalo all’esterno e feriscono le persone che sono oggetto di abuso”.

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