“Le nostre prigioni sono in crisi. La violenza, il sovraffollamento e la mancanza di attività interessanti tolgono a moltissimi carcerati libertà e dignità. Fuori dal carcere le famiglie di chi si trova in prigione sono stigmatizzate, isolate e in grande difficoltà”. È il vescovo Richard Moth, responsabile del settore prigioni per la Conferenza episcopale cattolica inglese, a lanciare un appello ai fedeli perché facciano volontariato nelle prigioni e sostengano la charity “Prison Advice and Care Trust”, impegnata in 68 carceri in Inghilterra e Galles. L’occasione è “Prisoners’ Sunday”, la “Settimana delle prigioni”, che, a metà ottobre, da cinquant’anni, il mondo cristiano del Regno Unito dedica a pregare per il mondo delle carceri e a raccogliere fondi per le charities che aiutano i detenuti. All’iniziativa partecipano la “Chiesa di Inghilterra”, le “Chiese libere”, l’“Esercito della salvezza” e organizzazioni ecumeniche come “Churches Together in Britain and Ireland” insieme ad altre charities. “Cogliamo questa opportunità per pregare per i bisogni delle vittime della criminalità, per chi si trova in prigione e per chi ha famigliari in prigione”, ha detto ancora il vescovo Moth. “Ricordiamo, in particolare, i figli dei carcerati, che vengono colpiti dal fatto che i loro genitori si trovano in prigione e patiscono le conseguenze della mancanza di figure di riferimento. In queste situazioni così difficili il lavoro dei cappellani e dei volontari è di importanza cruciale”.