“Elaborare risposte che si basino sull’eliminazione delle inaccettabili disuguaglianze nell’accesso alle cure e ai servizi sanitari, che prevedano un dialogo equo e la partecipazione di tutti gli attori coinvolti, con particolare attenzione nei confronti delle persone in situazioni di maggiore vulnerabilità e marginalità su cui grava il peso maggiore delle sfide globali, specialmente nel Sud globale”. È l’appello rivolto ai Paesi del G7 da Civil7 (C7), il gruppo di “ingaggio” ufficiale del G7 che riunisce organizzazioni della società civile di tutto il mondo, in un comunicato diffuso oggi dalla fondazione Avsi, al termine del G7 Salute che si è svolto ad Ancona dal 9 all’11 ottobre. Le organizzazioni denunciano il mancato riferimento “alla salute globale come diritto umano fondamentale” e “ai sistemi sanitari di comunità che, soprattutto nei Paesi a basso e medio reddito, hanno un ruolo cruciale nel garantire alle persone in condizioni di vulnerabilità e marginalità l’accesso all’assistenza sanitaria di base”. Secondo il Civil7, “sarà molto difficile raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030, sia in ambito salute che in altre aree; allo stesso tempo, le crisi in atto contribuiscono al ritorno di malattie ed epidemie già note e alla comparsa di nuove”. Da qui l’appello “ai ministri della salute e ai governi del G7 a promuovere cambiamenti nelle politiche internazionali affinché siano sistemiche e trasformative, attraverso un multilateralismo internazionale rafforzato e rinvigorito, come recentemente riaffermato anche dalle Nazioni Unite”. “I Paesi G7 – concludono – possono giocare un ruolo importante nel veicolare consenso per l’attivazione di politiche e pratiche multisettoriali che accelerino il raggiungimento di un’assistenza sanitaria accessibile per tutte e tutti ovunque nel mondo nel contesto dell’Agenda 2030 di sviluppo sostenibile”.