G7 Inclusione e disabilità: Di Maolo (Serafico Assisi), “abbattere barriere culturali e garantire diritto a piena partecipazione civile, sociale e politica”

(Foto Istituto Serafico/SIR)

“Un forum internazionale che riunisce i ministri di sette delle principali economie avanzate del mondo, dedicato ai temi della disabilità e dell’inclusione, è il segnale di un cambio di passo”. Parla di “evento storico” Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, commentando in un’intervista al Sir il G7 Inclusione e disabilità che parte oggi dalla cittadina umbra per proseguire domani e dopodomani al Castello di Solfagnano (Perugia).
“Non ci attendiamo soluzioni, il giorno dopo, di tutti i problemi – osserva con realismo la presidente del Serafico –, ma questo G7 costituisce certamente l’avvio di un processo. Il fatto che per la prima volta le grandi economie del mondo mettano a tema l’inclusione e la disabilità, dimostra la consapevolezza che un autentico sviluppo, integrale e sostenibile, si può realizzare solo garantendo la partecipazione di tutti alla vita sociale, politica ed economica di un paese. Insomma, che occorre maturare logiche inclusive in ogni ambito”. Tuttavia, per Di Maolo, l’inclusione non si può raggiungere solo attraverso l’abbattimento di barriere architettoniche e l’elargizione di sussidi: “Bisogna anzitutto abbattere barriere culturali e pregiudizi; cambiare lo sguardo sulle persone”. Occorre imparare a vederle “così come sono, con le loro storie, i loro bisogni, i loro talenti. La persona non è la sua disabilità, è molto di più. Non va guardata nel suo limite ma nella sua dignità, nelle sue espressioni, nelle sue potenzialità”. Occorre, in estrema sintesi, “contrastare le discriminazioni e garantire a tutti il diritto alla piena partecipazione civile, sociale e politica alla vita quotidiana”, e “creare condizioni che consentano agli individui di realizzarsi concretamente” nonostante i limiti, “in tutte le dimensioni dell’esistenza”. E non solo nelle “macro aree: educazione; salute, intesa anche come cura e riabilitazione; lavoro”, ma anche con riferimento agli “altri diritti fondamentali, dallo sport alla cultura”.

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