Diocesi: Rossano, piantumato un albero di ulivo in carcere. Il vescovo Aloise, “rappresenta la pace, può essere un messaggio di speranza”

Piantare un ulivo all’interno di un carcere rappresenta un atto che supera le semplici radici di una pianta e si allarga a quelle più profonde dell’anima e della comunità, anche perché tutto ciò che nasce dalla terra è buono agli occhi di Dio”. È quanto ha detto l’arcivescovo di Rossano-Cariati, mons. Maurizio Aloise, nel cortile del carcere di Rossano dove è stato piantumato “l’olivo della Madonna”. “Per i detenuti e per chi ci lavora vedere crescere un albero che rappresenta la pace – ha aggiunto il presule – può essere un messaggio di speranza, un invito a guardare avanti, a credere che come una pianta può rifiorire anche nei terreni più difficili, così ognuno di noi ha la possibilità di riscoprire la luce e la dignità. L’ulivo ci insegna che le radici sono essenziali, ma che il futuro si costruisce sempre guardando verso il cielo, verso la crescita e la trasformazione”. Questo “ulivo della Madonna così antico e carico di significato, ci ricorda che la giustizia, la pace e il rispetto del creato sono valori universali. La sua presenza qui è un richiamo al perdono, alla guarigione e alla possibilità di una nuova vita. Che questo ulivo possa diventare un simbolo di un cammino di pace, di riconciliazione e speranza per tutti”. L’evento si inserisce nel più ampio progetto che mira a far conoscere, salvaguardare e diffondere la “oliva europea”, particolarissima “cultivar” per le sue olive bianche, conosciuto appunto come “olivo della Madonna” e oggi a rischio di estinzione. A donare la pianta è stato l’Archeoclub d’Italia che ha coinvolto il penitenziario rossanese che ha aderito all’iniziativa. Oltre all’arcivescovo erano presenti il cappellano del carcere, don Clemente Caruso, il componente del Tavolo di studio Cei per il Creato della diocesi di Rossano-Cariati, padre Onofrio Farinola, e il direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale per il Lavoro, don Massimo Alato, insieme ad alcuni detenuti e membri del corpo della polizia penitenziaria, nonché il comandante di reparto Elisabetta Ciambriello. Il direttore del carcere, Luigi Spetrillo, ha affermato che “oggi si è celebrato un giorno di festa per il penitenziario di Rossano, perché si è piantato un albero che è un simbolo di dignità e pace. Il carcere è il luogo di rieducazione per restituire alle regole sociali i detenuti che le hanno violate. Lo fa con i pochi mezzi e le poche risorse che ha a disposizione e con enormi sacrifici personali. La consolazione è che in questo compito non si è soli, ma aiutati dalla chiesa, dalla scuola e dal volontariato”. La rappresentante dell’Archeoclub ha dedicato la piantumazione dell’Ulivo ai detenuti, con la speranza che la pace si possa diffondere nel cuore di tutti. Tra gli scopi del progetto che Archeoclub si prefigge vi è quello che le piante dell’ulivo della Madonna siano prodotte all’interno delle carceri per poi donarle alle chiese che ne faranno richiesta. “Da Rossano partiamo con una nuova strada, che sono sicura è indicata dalla Madonna che spero possa portare la pace nel cuore di tutti”.

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