Fino alla fine di ottobre si può visitare la mostra “Acqua” organizzata dalla diocesi di Termoli-Larino. I nuovi orari apertura (ingresso gratuito) sono la mattina in orario 10-13 e di pomeriggio in orario 16-20 dal martedì alla domenica. La mostra è allestita accanto alla cattedrale negli spazi dell’ex episcopio. Sono diverse anche le scuole che stanno visitando la mostra come il Liceo artistico “Jacovitti” di Termoli. La diocesi di Termoli-Larino, sostenuta dalla Commissione Cultura nell’ambito del Centro pastorale per la promozione della Cultura e dei Dialoghi e dal Museo diocesano G.A Tria, insieme alle associazioni “Pietrangolare” e “MoliseWow” e da alcuni anni al Centro culturale “Il Circolo dei Lazzari”, propone, ormai da diciassette anni, una mostra di arte.
Quest’anno, in sinergia con il vescovo, mons. Gianfranco De Luca, partendo dal concetto di vita, si è deciso di realizzare una mostra sul tema dell’acqua, poiché, spiega una nota della diocesi, “l’acqua è la vita e la morte, da sempre. Per la letteratura antica l’acqua è la possibilità della crescita della civiltà, ma rappresenta anche il pericolo della morte. Le navi solcano l’acqua per trovare condizioni migliori o aumentare il benessere ma, allo stesso tempo, l’acqua coincide sempre con l’attraversamento di un elemento estraneo e non controllabile, molto più grande di se stessi, da cui si è affascinati e di cui però si è anche in balia. In tutte le religioni l’acqua ricorda il grande diluvio originario e purificatore come la rinascita da quella distruzione. È questa duplicità di vita e morte e, inversamente, di morte e vita, che i cristiani hanno conosciuto e ripreso. Acqua è il segno materiale del battesimo, che è il discendere negli abissi della morte ed è risorgere. L’acqua è il lavarsene le mani di Ponzio Pilato”. Anche dal punto di vista biologico e sociale l’acqua ha duplice valore. Essa rimane l’elemento fondamentale del cosmo e l’icona della grande purità, che S. Francesco ricordava nel suo canto: “Laudato sì, mi’ Signore, per sor’acqua, la quale è molto utile et umile et pretiosa et casta”, la possibilità della fertilità della terra e del succo dei frutti. Ma è anche “l’occasione di inondazioni, alluvioni, disastri provocati dall’incuria e dall’avidità”.
Questa duplicità è il tema iniziale della mostra che sarà divisa in due sezioni: nella prima saranno esposte le opere di alcuni artisti molisani (Nino Barone – Ettore Frani – Dante Gentile Lo Russo – Vincenzo Mascia – Sara Pellegrini); nella seconda sezione saranno esposte alcune opere della collezione del Museo Stauros del santuario di San Gabriele dell’Addolorata di Isola del Gran Sasso.