Nel pomeriggio di venerdì 11 ottobre il vescovo di Albano, Vincenzo Viva, ha visitato la nuova sede del Catholic Institute of Technology di Castel Gandolfo, che rappresenta un centro di eccellenza per lo studio e la didattica delle materie Stem (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) e che ha iniziato la scorsa estate la sua attività didattica e formativa presso la tenuta di Castelromano, finora conosciuta come centro di formazione della Prelatura dell’Opus Dei. Viva è stato accolto da mons. Arthur Kennedy, vescovo ausiliare emerito di Boston e presidente dell’istituto, insieme al co-fondatore William Haughey. All’incontro ha partecipato anche un gruppo di studenti del primo anno, provenienti soprattutto dagli Stati uniti. Da poche settimane è stata avviata l’attività didattica con la collaborazione di professori dagli Usa, in particolare dalla Silicon Valley, ma anche di docenti e ricercatori delle università di Roma.
Mons. Viva ha illustrato agli studenti la diocesi di Albano, esortandoli a sviluppare “nuove relazioni e rapporti di amicizia con le diverse espressioni della comunità ecclesiale locale. In particolare, si può pensare a qualche incontro con i giovani della Pastorale universitaria della diocesi di Albano”. Dal canto suo, mons. Kennedy ha sottolineato l’aspetto della formazione cristiana, centrale nei programmi del CathTech di Castel Gandolfo, la cui mission è “formare una nuova generazione di scienziati ed esperti delle tecnologie moderne che diano anche una chiara testimonianza della fede cristiana nella società”. Il co-fondatore William Haughey ha espresso grande soddisfazione e gratitudine per la visita del vescovo di Albano, e ha detto: “Vogliamo essere un istituto universitario di ricerca e didattica scientifica e tecnologica, mettendoci a servizio della Chiesa per un fecondo dialogo con la scienza e lo sviluppo tecnologico, attraverso soprattutto la formazione integrale degli studenti”. Diversi gli indirizzi di laurea già attivati. L’auspicio “crescere ancora e attirare anche studenti italiani ed europei per gettare un ponte tra la Silicon Valley e Castel Gandolfo”.