Beato Carlo Acutis: mons. Sorrentino (Assisi), una preghiera in vista della canonizzazione. “Sorriso di cielo”

(Foto diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

“La Provvidenza ha voluto che la proclamazione della sua santità – la ‘canonizzazione’ – avvenisse nell’anno del Giubileo che tra qualche mese comincerà”. Lo ha ricordato stasera l’arcivescovo Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, nell’omelia della messa della memoria liturgica del beato Carlo Acutis, nella chiesa di Santa Maria Maggiore-santuario della Spogliazione ad Assisi, dove il primo beato “millennial” è sepolto. All’inizio della messa il presule aveva sottolineato che è grande l’attesa per conoscere la data della canonizzazione del beato.
Il 2025, in cui si celebra il Giubileo, “sarà – ha aggiunto – l’anno in cui dovremo recuperare, stando al tema indicato dal Papa, la speranza fondata su Gesù. Gesù è la vera speranza dell’umanità. Carlo è ancora beato. Ma ormai il segno dal cielo è arrivato, perché egli possa essere dichiarato Santo. Un segno arrivato con la guarigione di una ragazza, che ho potuto conoscere, del Costa Rica, come tra qualche ora proprio un cantante del Costa Rica, Martin Valverde, ci ricorderà”. Carlo “sarà dunque presto ‘san’ Carlo. Ma questo titolo non lo sbalzerà a un’altezza irraggiungibile. Al contrario, continueremo a sentirlo, proprio come si sente un amico, semplicemente, Carlo!”. Per questo all’arcivescovo è sembrato “bello comporre, in vista della canonizzazione, una nuova preghiera, che ritrae Carlo nei suoi tratti caratteristici. Una preghiera che da questo momento potrete recitare”. E con questa preghiera ha concluso l’omelia:

(Foto diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino)

“Carlo, sorriso di cielo
per questa terra ferita e senza pace,
noi lodiamo Dio
per la tua vita semplice, gioiosa e santa.
Tu hai accolto con fiducia
di essere spogliato della tua giovinezza
per dedicarti in cielo, con Gesù e Maria,
a una missione di amore senza confini.
Riposando col tuo corpo mortale
dove Francesco d’Assisi
si spogliò d’ogni bene terreno,
tu gridi con lui al mondo
che Gesù è tutta la nostra gioia.
Giovane pieno di sogni,
attratto dalla natura, dallo sport, da internet,
ma ancor più rapito dal miracolo
di Gesù realmente presente nell’Ostia Santa,
aiutaci a credere che egli è lì vivo e vero,
mistica ‘autostrada’ che conduce al cielo,
e insegnaci a contemplarlo con Maria,
nei misteri del Santo Rosario.
Spiegaci, Carlo,
che, al di là delle mode,
solo Gesù, unendoci a sé,
ci rende ‘originali e non fotocopie’,
liberi davvero.
Ottienici di saperlo incontrare
in ogni creatura, ma soprattutto nei poveri,
perché l’umanità sia più giusta e fraterna,
ricca di bellezza e di speranza,
a gloria del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo. Amen”.

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