“Il numero di donne e bambini uccisi nell’ultimo anno a Gaza è il più alto rispetto a qualsiasi conflitto degli ultimi 20 anni, considerando lo stesso lasso di tempo. Secondo stime prudenti, si tratta di più di 6.000 donne e 11.000 bambini”. È la denuncia diffusa oggi da Oxfam, di fronte all’allargamento del conflitto in Libano e Cisgiordiana (compresa Gerusalemme est) e all’ulteriore massacro di civili che ne sta conseguendo. Ma, avverte l’organizzazione, “c’è un altro dato che testimonia l’orrore di quanto sta accadendo: il numero record di donne e bambini uccisi a Gaza non comprende le circa 20.000 persone non identificate, disperse o sepolte sotto le macerie”.
Uno studio pubblicato a luglio su Lancet ha stimato che il numero reale di morti nella Striscia potrebbe essere “superiore a 186.000”, prendendo in considerazione le morti indirette, ad esempio per fame o mancanza di assistenza sanitaria.
“I rapporti delle Nazioni Unite degli ultimi 18 anni confermano che in nessun altro conflitto era mai stato ucciso un numero così alto di minori. Nell’ultimo anno a Gaza, questo numero indicibile è stato di cinque volte superiore a quello registrato tra il 2005 e il 2022 – spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia –. Cifre scioccanti che impongono la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente, soprattutto di fronte all’escalation regionale a cui stiamo assistendo. Gli orribili attentati del 7 ottobre di un anno fa, che hanno causato 1.200 vittime tra cittadini israeliani e stranieri – tra cui 282 donne e 36 bambini, con 250 persone prese in ostaggio – hanno costituito gravi violazioni del diritto internazionale umanitario, ma niente giustifica la morte violenta di innocenti. A questo si aggiunge la complicità dei Paesi più influenti nel contesto internazionale, che hanno continuato a rifornire Israele di armi, senza chiedere conto del massacro di civili”.
“Le violazioni del diritto internazionale umanitario compiute da Israele nell’ultimo anno sono di una gravità tale da poter essere considerate come crimini contro l’umanità – aggiunge Pezzati –. Il livello di devastazione causata a Gaza è indicativo di un uso del tutto sproporzionato della forza in relazione agli obiettivi militari e della sistematica assenza di discriminazione tra obiettivi militari e popolazione civile. L’esercito israeliano ha infatti preso di mira senza sosta le infrastrutture indispensabili alla sopravvivenza della popolazione. In questo momento solo 17 dei 36 ospedali della Striscia sono parzialmente funzionanti e tutti soffrono per la mancanza di carburante, forniture mediche e acqua potabile. Migliaia di famiglie sono state sfollate con la forza decine di volte per essere indirizzate verso le cosiddette “zone sicure”, che però a loro volta vengono bombardate”.
Oxfam rilancia quindi l’appello urgente “per un cessate il fuoco immediato e permanente; il rilascio di tutti gli ostaggi e dei palestinesi detenuti illegalmente; lo stop alla vendita di armi a Israele; l’ingresso senza restrizioni degli aiuti umanitari a Gaza”.