“La crisi degli abusi sessuali ci ha insegnato dolorosamente che questa non può essere una fiducia irresponsabile che mette a rischio gli altri, specialmente i minori, ma una fiducia che abbraccia il nostro rischio di essere feriti”. Lo ha detto padre Timoyhy Radcliffe, nella meditazione tenuta questa mattina durante le lodi del ritiro in preparazione alla seconda sessione del Sinodo, in corso in Vaticano. “Milioni di persone non si fidano più di noi e per una buona ragione”, ha osservato il religioso: “Dobbiamo ricostruire la fiducia, iniziando da noi, gli uni con gli altri, in questa assemblea”. “Una mancanza di trasparenza e responsabilità corrompe il cuore stesso dell’identità sacerdotale”, il monito: “La trasparenza di Pietro, il peccatore, è il fondamento della sua autorità. Non può esserci insabbiamento”. “Non è un segreto che la Dichiarazione Fiducia Supplicans abbia provocato angoscia e rabbia tra molti vescovi in tutto il mondo”, ha argomentato il domenicano: “Alcuni membri di questo Sinodo si sono sentiti traditi. Ma la Chiesa diventerà una comunità affidabile solo se ci assumiamo il rischio, come il Signore, di fidarci l’uno dell’altro, anche se siamo stati feriti. Il Signore si affida nelle nostre mani ancora e ancora, in ogni Eucaristia, anche se lo tradiamo in continuazione”. Per Radcliffe, “siamo davanti ad una crisi globale di fiducia”: “I politici di tutti i partiti dicono che non ci si può fidare dei politici degli altri partiti e quindi, ovviamente, nessuno si fida più dei politici. In tutto il mondo, i giovani stanno perdendo fiducia nella democrazia. Le fake news e la manipolazione dei media significano che non possiamo fidarci che venga detta la verità. Chiediamo sempre più affidabilità, sempre più test e resoconti, ma non possono mai dissipare il nostro sospetto che qualcuno la stia facendo franca. Una crisi di fiducia incoraggia le persone a comportarsi in modo inaffidabile, dal momento che tutti gli altri, sicuramente, stanno agendo allo stesso modo”. Per la Chiesa, invece, “alla fine tutto si fonda sulla fiducia in Dio che si affida a noi. Confidiamo che con la grazia di Dio questo Sinodo porterà frutto, anche se non possiamo anticipare cosa sarà e potrebbe non essere ciò che desideriamo”.