Sinodo: madre Angelini, “tanti silenzi ipocriti si annidano nelle nostre parole”

“Tanti silenzi ipocriti si annidano nelle nostre parole”. A denunciarlo è stata madre Ignazia Angelini, nella meditazione tenuta durante le lodi del ritiro in preparazione alla seconda sessione del Sinodo, in corso in Vaticano. “Il silenzio-lode non è il vuoto pneumatico, ma è la meraviglia dinanzi al venire di Dio tra i suoi”, ha spiegato la religiosa invitando a “lasciarci riempire da questo silenzio”: “questo ci posiziona nella celebrazione penitenziale. E ci spinge anche a valutare anche tutto il peso delle pause di silenzio introdotte nel dialoghi sinodali. Non sono un diversivo: è di valore sostanziale che gli scambi di volta in volta affondino nel silenzio che precede e segue. Ascolto stupito del mai udito”. “Conosciamo noi quel silenzio generativo, che precede la parola, che la custodisce, che incessantemente la genera? A quali condizioni il silenzio è lode?”, le domande di madre Ignazia, che ha citato il salmo 64: “sembra essere stato scritto per dare voce al nostro intimo che sente il peso del male che è nel mondo, dei peccati, e anela alla liberazione. Per dare voce al nostro cuore spesso sclerotizzato dalle ansie e dalle frustrazioni che ne rallentano il battito, ma che aspira a una pienezza di vita e a una saldezza che non tema più tempeste e tumulti. E il cuore ritrova respiro nel sintonizzarsi con quel silenzio nel quale in principio si udì la Parola”.

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