Ieri l’esercito israeliano ha iniziato la sua prima incursione di terra nel sud del Libano dal 2006, dopo una notte di violenti attacchi aerei sulla periferia meridionale di Beirut. “I bambini nel sud del Libano sono in grave pericolo di vita, corrono il rischio di forti danni fisici e disagio emotivo a seguito dell’incursione di terra nel sud del Libano da parte delle forze israeliane”. Lo afferma Save the children. Secondo il Ministero della Sanità libanese, gli attacchi in tutto il Paese hanno ucciso almeno 95 persone e ne hanno ferite 172 nelle ultime 24 ore, oltre 50 persone sono state uccise negli attacchi di domenica da parte delle forze israeliane, per un totale di circa 1.900 persone uccise nell’ultima escalation di violenza. Save the children chiede “un cessate il fuoco immediato per prevenire ulteriori sofferenze, garantire un accesso umanitario sicuro e impedire che il conflitto si inasprisca ulteriormente in tutta la regione”.
Intanto, circa 60.000 bambini, molti dei quali disidratati e stremati, sono fuggiti in Siria dal Libano nell’ultima settimana. Secondo i dati delle Nazioni Unite, dall’intensificarsi delle ostilità, il 24 settembre, circa 100.000 persone, di cui il 60% siriane e il 40% libanesi, sono entrate in Siria dal Libano. Si stima che le violenze abbiano costretto circa un milione di persone a sfollare, quasi un quinto della popolazione libanese. I valichi di frontiera sono molto affollati, soprattutto da bambini, donne e persone con disabilità in attesa di entrare in Siria e si pensa che molti altri potrebbero attraversare il confine utilizzando punti di accesso informali.
Gli attacchi hanno colpito anche il valico di Jdeidet Yabous, dove un edificio è stato distrutto. Allo stesso tempo, altri attacchi aerei sono stati segnalati nelle zone rurali di Damasco e Homs, aree che accolgono molte delle persone in fuga dal Libano. Save the children chiede di “proteggere le aree civili densamente popolate, in conformità con gli obblighi di tutte le parti in conflitto ai sensi del diritto internazionale umanitario”.
Save the Children opera in Libano dal 1953. Dall’ottobre 2023, ha intensificato la sua risposta in Libano, sostenendo i bambini e le famiglie sfollate libanesi, siriane e palestinesi, e ora ha intensificato la risposta all’emergenza in 70 rifugi distribuiti su tutto il Paese. Dall’ottobre 2023 ha supportato 71.000 persone, tra cui 31.000 bambini, con sostegno economico, coperte, materassi e cuscini, pacchi alimentari, bottiglie d’acqua e kit contenenti articoli igienici essenziali.