“Un cessate il fuoco completo e duraturo è l’unico modo per porre fine al ciclo di morte, distruzione e perdite per milioni di civili nella regione”: è quanto dichiara Jan Egeland, segretario generale del Norwegian Refugee Council (Nrc) mentre si avvicina il primo anniversario del 7 ottobre 2023, giorno dell’attacco terroristico di Hamas contro Israele. “Questo è stato un anno devastante”, afferma Egeland,. “Per 12 mesi, gli orribili eventi nei territori palestinesi occupati, in Israele e in Libano hanno causato il caos e ora siamo sull’orlo di una guerra regionale totale” aggiunge ricordando le centinaia di migliaia di civili “uccisi, feriti o sfollati, il numero enorme di bambini innocenti traumatizzati, affamati e malati. Un anno dopo, non siamo più vicini a un accordo di cessate il fuoco di quanto lo fossimo durante i giorni più bui delle ostilità”. Da qui l’appello ai governi che “devono rendersi conto che finché le armi continueranno ad arrivare a Israele e ai gruppi armati non statali, le macchine da guerra continueranno a essere alimentate e la sofferenza dei civili sarà, in gran parte, responsabilità di coloro che gettano benzina sul fuoco. Sono loro a detenere la chiave per porre fine a questa tragedia e devono fare tutto ciò che è in loro potere per riuscirci”. Dal canto suo, ribadisce Egeland, l’Nrc “continuerà a offrire supporto alle famiglie a Gaza, in tutto il territorio palestinese occupato e in Libano”. A Gaza, denuncia, “la crisi umanitaria a Gaza ha raggiunto un livello insopportabile. La portata dei danni e delle perdite è così immensa che ci vorranno molti anni per invertire la tendenza. Centinaia di migliaia di persone sono ancora prive di un adeguato accesso alle necessità di base, come rifugi, cibo e acqua pulita. Le necessità rimangono vaste rispetto alle forniture di aiuti a causa delle restrizioni israeliane, dell’erosione del tessuto sociale e del crollo della legge e dell’ordine. Tutti i valichi per Gaza devono essere aperti per consentire un aumento degli aiuti. Non ci sono scuse per permettere che questa sofferenza continui”.