“L’attuale congiuntura è anche causata dall’indebolimento di quelle strutture di diplomazia multilaterale che hanno visto la luce dopo il secondo conflitto mondiale”. Lo denuncia il Papa, nel tradizionale discorso di inizio d’anno al Corpo diplomatico. “Organismi creati per favorire la sicurezza, la pace e la cooperazione non riescono più a unire tutti i loro membri intorno a un tavolo”, il grido d’allarme di Francesco, secondo il quale “c’è il rischio di una monadologia e della frammentazione in club che lasciano entrare solo Stati ritenuti ideologicamente affini”. “Anche quegli organismi finora efficienti, concentrati sul bene comune e su questioni tecniche, rischiano una paralisi a causa di polarizzazioni ideologiche, venendo strumentalizzati da singoli Stati”, osserva Francesco. “Per rilanciare un comune impegno a servizio della pace, occorre recuperare le radici, lo spirito e i valori che hanno originato quegli organismi, pur tenendo conto del mutato contesto e avendo riguardo per quanti non si sentono adeguatamente rappresentati dalle strutture delle Organizzazioni internazionali”, la proposta: “Certamente dialogare richiede pazienza, perseveranza e capacità di ascolto, ma quando ci si adopera nel tentativo sincero di porre fine alle discordie, si possono raggiungere risultati significativi”. L’esempio citato è l’Accordo di Belfast, noto anche come Accordo del Venerdì Santo, firmato dai Governi britannico e irlandese, di cui lo scorso anno si è ricordato il 25° anniversario: “Ponendo fine a trent’anni di violento conflitto, può essere preso ad esempio per spronare e stimolare le autorità a credere nei processi di pace, nonostante le difficoltà e i sacrifici che richiedono”.