“La vostra presenza qui è importante per noi perché ci ricorda che molte persone credono ancora in un mondo di pace, giustizia e solidarietà”. Con queste parole il vescovo di Vicenza, mons. Giuliano Brugnotto ha accolto nella mattina del 6 gennaio i 26 giovani ucraini ospiti di alcune famiglie dell’Azione Cattolica vicentina dal 1° al 7 gennaio. Un gruppo altrettanto numeroso è stato ospitato da alcune famiglie dell’Azione Cattolica di Bologna.
Rivolgendosi ai giovani nell’incontro svoltosi poco prima della Messa dei popoli, il presule ha rivelato che “ci tenevo a conoscervi perché quando c’è stata l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia noi abbiamo sofferto molto e ora altrettanto soffriamo perché le notizie di questa guerra rischiano di non trovare posto nei palinsesti dei media italiani, ma non solo”. “Sono molto grato alle famiglie dell’Azione Cattolica e a quanti hanno reso possibile la vostra permanenza qui”, ha continuato mons. Brugnotto, sottolineando poi come “sappiamo che spesso in Ucraina mancano cibo e generi di prima necessità, per questo con la Comunità di Sant’Egidio come diocesi abbiamo inviato alcune settimane fa un container di generi alimentari per un valore di 50.000 euro”.
La richiesta dei giovani ucraini di rinsaldare i legami nati in questi giorni di permanenza italiana è stata subito raccolta da mons. Brugnotto: durante la Messa dei popoli celebrata in cattedrale il presule ha fatto salire in presbiterio tutti i ragazzi ucraini con alcune delle famiglie ospitanti spiegando all’assemblea il motivo della loro presenza.
Nell’omelia il vescovo Giuliano ha voluto sottolineare il tema della luce collegandolo alla presenza dei giovani ucraini: “Oggi è la festa della luce, della gioia, della missione. È la festa della luce che apre i nostri cuori alla gioia e ci spinge ad andare a tutte le genti per condividerla”. “La tenebra delle guerre e dell’odio – ha poi commentato – avvolgono ancora la terra. Ne sono testimoni questi giovani provenienti dall’Ucraina che ho fatto salire qui in presbiterio. E pure le tenebre della vita quotidiana sembrano non avere un senso perché segnate da paure e tristezze, ferite e malattie, debolezza e morte. Ma sono questi stessi giovani, che hanno affrontato un viaggio di condivisione a illuminare sentieri nuovi di vita. Loro ci attestano che a risplendere è la gloria del Signore. Mi hanno chiesto poco fa di sentire – come Chiesa – la vita insieme con loro, cioè di sentire comuni le gioie e le fatiche gli uni degli altri. Hanno bisogno di sentire la forza della fede”. Raccontando l’esperienza del Cammino di pace del 1° gennaio, mons. Brugnotto ha ricordato che “al termine un bambino mi ha posto una domanda tanto semplice quanto complicata: ‘Perché ci sono le guerre?’. Vi possono essere tanti motivi legati a circostanze locali. Ma se apriamo lo sguardo a tutti i popoli – come ci sollecita spesso Papa Francesco – la risposta va individuata nell’iniqua distribuzione dei beni che non garantisce a tutte le persone il diritto di non migrare. Si dovrebbe essere liberi di scegliere se migrare o restare, garantendo a tutti il diritto di una vita dignitosa”, ha concluso il presule citando il tema del Messaggio di Papa Francesco per la 109ª Giornata del migrante e del rifugiato.