“Un segnale significativo nella nostra epoca è una nuova esigenza per la cura dell’anima, oltre che del corpo, insieme alla marcata domanda di senso. Gli uomini di oggi, molti dei quali non sentono per nulla il bisogno di una loro appartenenza ecclesiale, a dispetto di ogni previsione, hanno ripreso ad avvertire una nuova attrazione al Dio vivente, che va sostenuto con una pedagogia che va tutta riadattata, secondo la sensibilità odierna”. Lo ha detto nella sua omelia il card. Oscar Cantoni, vescovo di Como, per i 100 anni dalla consacrazione della chiesa parrocchiale di Olgiate Comasco. “Il disagio emotivo e la solitudine, vero dramma del nostro tempo, che produce legami affettivi liquidi, mutevoli e fragili, hanno rimesso in movimento il desiderio di una ricerca di spiritualità fondata su sane e solide relazioni interpersonali, simili a quelle che hanno caratterizzato la Chiesa primitiva, come viene descritta negli Atti degli Apostoli, che facilitano l’apertura alla generatività e all’oblatività”. Da qui “l’urgenza per noi discepoli del Signore” è quella di “costruire oggi non più un tempio di mattoni, ma una Comunità fatta di ‘pietre vive’, cioè di cristiani e cristiane che sappiano far apprezzare la verità e la bellezza della chiamata battesimale, che indichino strade di felicità secondo il vangelo e sappiano intravvedere le potenzialità proprie a ciascun uomo, qualunque situazione esistenziale stia percorrendo”. “Ciò implica la responsabilità e il compito di presenza di battezzati all’ interno di una comunità cristiana per renderla accogliente, in grado di animare e promuovere relazioni autentiche, dove tutti possano essere loro stessi e conoscere Cristo mediante un incontro personale con lui”.