Giappone: Pontificia Università Urbaniana, una dimostrazione della cerimonia del tè nell’ambito della mostra sui missionari martiri e i cristiani nascosti

La Pontificia Università Urbaniana, l’Ambasciata del Giappone presso la Santa Sede e l’arcidiocesi di Lucca, nell’ambito della mostra internazionale 道信 Thesaurum Fidei. Missionari martiri e cristiani nascosti in Giappone. 300 anni di eroica fedeltà a Cristo (aperta fino al 17 gennaio 2024), in collaborazione con il “Centro Urasenke”, presentano una dimostrazione della Cerimonia del tè che si svolgerà il 16 gennaio alle ore 11 (Pontificia Università Urbaniana, Via Urbano VIII, 16, Roma).
L’abitudine di bere il tè è stata introdotta in Giappone dalla Cina dai monaci buddisti nel periodo Heian (794-1185). A Sen no Rikyu (1522-1591) si attribuisce il merito di aver approfondito il pensiero filosofico ed estetico e di aver sviluppato la cultura della cerimonia del tè nella sua forma attuale. Questo accade nello stesso periodo in cui arrivarono i primi missionari in Giappone. Si racconta che alcuni di loro parteciparono alle cerimonie del tè organizzate proprio da Sen no Rikyu. La pratica fu descritta dal gesuita Alessandro Valignano, già al suo arrivo in Giappone nel 1579, nell’accomodatio, un documento fondamentale della nuova prospettiva antropologica delle missioni gesuitiche per meglio affrontare il dialogo con le comunità asiatiche. La pratica del tè a cui i gesuiti erano invitati viene proposta per avvicinarsi maggiormente alla cultura locale. La bellezza della cerimonia del tè risiede nella condivisione del tempo e dello spazio tra ospitante e ospiti, attraverso una tazza di tè. È un luogo in cui persone di età, sesso ed etnia diversi possono incontrarsi e prendersi cura l’uno dell’altro.
Il Maestro Sen Genshitsu, 15° Iemoto della Scuola di Cerimonia del tè Urasenke, ritiene che alla base della cerimonia vi sia una filosofia cristiana. “Pur valorizzando questa spiritualità, la cerimonia del tè incorpora anche l’estetica legata all’arte e all’artigianato – spiega una nota dell’Urbaniana -. La cerimonia del tè, proprio per questo motivo, viene definita una forma d’arte completa. Viene spesso anche sottolineato che i gesti della cerimonia del tè e quelli dei riti cristiani sono simili”.

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