“Siamo tutti peccatori, tutti, e tutti abbiamo i conti in rosso: siamo debitori, abbiamo tutti i conti in rosso, e perciò tutti abbiamo bisogno di imparare a perdonare”. Lo ha spiegato il Papa, durante la catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata all’ira. “È importante che tutto si sciolga subito, prima del tramonto del sole”, il monito a proposito di questo vizio: “Se durante il giorno può nascere qualche equivoco, e due persone possono non comprendersi più, percependosi improvvisamente lontane, la notte non va consegnata al diavolo. Il vizio ci terrebbe svegli al buio, a rimuginare le nostre ragioni e gli sbagli inqualificabili che non sono mai nostri e sempre dell’altro”. “È così”, ha commentato Francesco a braccio: “Quando una persona è sotto l’ira, sempre dice che il problema è dell’altro, mai è capace di riconoscere i propri difetti, le proprie mancanze”. “Nel Padre nostro Gesù ci fa pregare per le nostre relazioni umane che sono un terreno minato: un piano che non sta mai in equilibrio perfetto”, ha ricordato il Papa: “Nella vita abbiamo a che fare con debitori che sono inadempienti nei nostri confronti; come certamente anche noi non abbiamo sempre amato tutti nella giusta misura. A qualcuno non abbiamo restituito l’amore che gli spettava”. “Gli uomini non stanno insieme se non si esercitano anche nell’arte del perdono, per quanto questo sia umanamente possibile”, ha assicurato Francesco, secondo il quale “ciò che contrasta l’ira è la benevolenza, la larghezza di cuore, la mansuetudine, la pazienza”.