Minori abbandonati: Aibi, presto in Italia un progetto sperimentale con la Colombia di “vacanze preadottive”

Numeri alla mano, nel panorama europeo le famiglie italiane sono le più aperte all’accoglienza e le più disponibili ad adottare bambini grandicelli. E molte adozioni di minori di età tra gli 8 e i 14 anni sono frutto di una precedente conoscenza tra genitori adottivi e minori, avvenuta durante alcuni periodi di soggiorno in Italia di questi ultimi. Molte coppie che hanno dato la disponibilità a ospitare minori stranieri hanno successivamente inoltrato domanda di adozione, spesso portando felicemente a compimento il procedimento adottivo del minore temporaneamente accolto. “Queste esperienze ci fanno capire che un periodo di convivenza coppia-minore prima dell’adozione può portare a una maggiore disponibilità delle coppie rispetto all’età e al numero di minori da adottare”, sottolinea, oggi, l’Aibi, in una nota.
Il primo Paese ad aver definito un progetto di “vacanze preadottive” o, come dicono in loco, “vacaciones en el extranjero”, è la Colombia, che ha in essere una collaborazione stabile da molto tempo con l’Italia. In Colombia si trovano più di 4.000 bambine, bambini e adolescenti in stato di adottabilità, senza una famiglia che possa garantire loro il diritto fondamentale di crescere amati come figli. Tanti di loro sono minori con bisogni speciali, in quanto rientrano in questa categoria tutti i bambini maggiori di 10 anni di età, appartenenti a gruppi di fratelli o in condizioni di salute particolarmente complesse. Per trovare una soluzione l’Icbf (Autorità centrale colombiana) ha elaborato diverse strategie: una di queste riguarda proprio le vacanze preadottive, iniziate nel 2004 e per mezzo delle quali circa 180 minori colombiani ogni anno intraprendono un viaggio all’estero e vengono ospitati in famiglie. Il risultato di questa ospitalità temporanea ha visto il 61% dei minori inseriti nel programma essere successivamente adottato.
Al momento, questa possibilità esiste solo con gli Stati Uniti d’America, ma recentemente sta venendo portato avanti lo sviluppo di un progetto analogo con l’Autorità italiana Cai, forte del fatto che l’Italia è il secondo Paese per numero di adozioni con la Colombia.
L’obiettivo è “far per provare a questi minori per i quali non si è riusciti a trovare una famiglia l’esperienza di convivere e conoscere una famiglia straniera per un periodo che può variare da 2 a 5 settimane”. Al termine di questa “vacanza”, ricorda l’Aibi,” la speranza è che si sia instaurato un rapporto tre il minore e la famiglie tale da potersi consolidare fino ad arrivare all’adozione internazionale, portando così a compimento il sogno di questi bambini di avere una famiglia che li ami, li comprenda e li aiuti a costruire un progetto di vita”.
L’Icbf ha documentato l’esperienza delle vacanze preadottive evidenziando come i bambini e gli adolescenti mostrino entusiasmo e felicità nel partecipare a questi viaggi che permettono loro di conoscere un Paese, una cultura, di sentirsi accolti e soprattutto di entrare in contatto con una famiglia che in futuro potrebbe diventare la loro.
Info: adozioni@aibi.it.

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