Un invito all’ “ascolto”, ad “un dialogo faccia a faccia onesto”, al superamento delle “divisioni partitiche”. “Chiediamo ai responsabili politici di mettere la persona umana al centro delle loro considerazioni politiche, garantendo una maggiore trasparenza dei processi decisionali, tenendo conto delle potenziali conseguenze per coloro che ne sono colpiti e, infine, consentendo un maggiore coinvolgimento di tutti i principali attori”. A lanciarlo oggi in un comunicato è la Commissione degli episcopati dell’Unione europea (Comece) in una nota diffusa a seguito delle “grandi proteste degli agricoltori in tutta l’Unione europea”. Proteste – scrivono i vescovi – innescate dai previsti tagli dei sussidi o delle agevolazioni fiscali ma frutto anche di un diffuso malcontento nel settore agricolo nei confronti delle politiche di contrasto del cambiamento climatico e delle crisi ambientali. “Come Comece – si legge nel comunicato – sentiamo il bisogno di prendere parte al dibattito pubblico che si sta delineando in questo momento delicato. Pur sostenendo fermamente l’obiettivo di un futuro sostenibile per tutti nell’Unione europea, condividiamo le preoccupazioni degli agricoltori per la sostenibilità delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni e per il futuro delle nostre aree rurali”. I vescovi dell’Ue riconoscono che “il settore agricolo svolge un ruolo essenziale nel fornirci cibo accessibile e di alta qualità, nel dare vita alle nostre zone rurali e nella gestione dei nostri paesaggi”. Ma allo stesso tempo esprimono anche preoccupazione per la “continua diminuzione del numero di aziende agricole di piccole e medie dimensioni” e per il rischio di invecchiamento della popolazione agricola, come evidenziato dalle statistiche. La lista dei problemi vissuti sulla pelle degli agricoltori è lunga: “Oggi – osservano i vescovi – gli agricoltori devono far fronte a redditi relativamente bassi e orari di lavoro lunghi, concorrenza sul mercato (anche con importazioni da Paesi terzi), costi energetici elevati e inflazione, crescente incertezza dovuta ai cambiamenti climatici”. Gli agricoltori denunciano anche “un’eccessiva regolamentazione e un’ondata di nuove politiche che hanno conseguenze finanziarie concrete”. “Molti degli agricoltori che oggi scendono in strada sentono che la loro stessa esistenza è minacciata”, scrive la Comece che però aggiunge: “Crediamo che un futuro sostenibile del nostro sistema alimentare e un futuro sicuro e fiorente per gli agricoltori possano coesistere e non si escludano a vicenda. Occorre trovare soluzioni che garantiscano entrambi e superino le divisioni partitiche: ciò sarà possibile solo se gli agricoltori saranno posti al centro di queste considerazioni”. L’invito dunque è al dialogo che consente una migliore conoscenza “della realtà degli agricoltori nell’Unione europea, un maggiore riconoscimento per il loro duro lavoro e una comprensione delle loro preoccupazioni”. Per questo, i vescovi accolgono con favore il dialogo strategico tra l’Ue e le principali parti interessate dell’intera filiera agroalimentare che è stato formalmente avviato il 25 gennaio scorso, come annunciato dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel discorso di Stato del discorso dell’Unione 2023. “Ci auguriamo – scrive la Comece – che questo o simili formati di dialogo continuino e segneranno l’inizio di un nuovo modo di fare politica in Europa”.