“Combattere la corruzione conviene a tutti, al Paese, alle imprese, alla pubblica amministrazione. Restituisce una società che può crescere di più, che è più sana, che attrae più ricchezza””. Lo ha evidenziato, stamattina, Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), intervenendo a Roma alla presentazione dell’Indice di Percezione della Corruzione (Cpi) 2023 di Transparency International.
“Tutti gli indici incidono sull’attrazione di ricchezza quindi non vanno sottovalutati ed è interesse di tutti lavorarci – ha chiarito Busia -, quindi la prima convinzione è quella di non prendersela con il termometro ma usare tutti i termometri possibili e costruirli insieme più raffinati. Ma comunque sono strumenti che ci devono portare a non perdere di vista l’obiettivo comune e generale che è quello di superare il danno provocato dalla corruzione, più viene ridotta la corruzione più stiamo meglio tutti”.
A proposito di lobby, il presidente dell’Anac ha rilevato che c’è “bisogno di una regolazione sui portatori di interesse. Una regolazione sulle lobby che non sia punitiva, non sia criminalizzante ma parta dal presupposto che i portatori di interesse sono uno strumento utile anche per il decisore pubblico perché ha bisogno di interloquire con la società civile”. “Sono strumenti utili ma va regolata la loro attività – ha aggiunto – sotto almeno due profili: creiamo dei canali che siano trasparenti per manifestare le loro proposte. In modo che sia possibile individuare le proposte dei diversi portatori di interesse, confrontarle e poi il decisore pubblico sceglie l’una o l’altra e i cittadini possono giudicarle in modo trasparente”.
Busia ha invitato a “evitare i conflitti di interesse. Significa stabilire dei limiti perché il decisore pubblico non può ricevere dei benefici diretti o indiretti, finanziari o non finanziari da questi gruppi di pressione. Da questi gruppi deve ricevere proposte, idee ma non benefici perché altrimenti il suo processo decisionale ne risulta inquinato”. Sul conflitto di interesse, per il presidente dell’Anac c’è una carenza che ha segnalato al Parlamento e al Governo affinché sia colmata.
“Oggi la nostra legislazione in materia di trasparenza prevede che ciascuna amministrazione pubblichi i dati sul proprio sito, quello a cui stiamo lavorando è creare la piattaforma unica della trasparenza, un luogo unico in cui sia possibile vedere cosa le amministrazioni stanno facendo e questo comporta anche ridurre gli oneri per le pubbliche amministrazioni”. Il vantaggio è anche di avere “i dati in un unico luogo virtuale, accessibile a chiunque, rendendo disponibile una quantità maggiore e più puntuale di informazioni, in maniera semplificata, ma facilmente fruibile e confrontabile”.