“L’occasione di questo solenne pontificale ci sollecita a guardare all’Europa. Se vogliamo provare a interpretare la Parola di Dio, appena ascoltata, alla luce di questa circostanza di sapore europeo, dovremmo chiederci se la parola di Gesù è ancora una profezia per il nostro tempo e per il nostro continente? Se il Vangelo, con i suoi contenuti e le sue prospettive penetranti, ha da dire qualcosa oggi a noi, che siamo in qualche modo gli eredi dell’idea di un’Europa unita e sostenuta dai valori cristiani? Crediamo, sinceramente, nella forza trasformante del Vangelo?”. Lo ha domandato il vescovo di Albano, mons. Vincenzo Viva, dal pulpito del duomo di San Bartolomeo a Francoforte sul Meno, durante la celebrazione del “Karlsamt”, l’annuale pontificale in memoria di Carlo Magno – patrono della città e della cattedrale imperiale – nell’anniversario della morte.
Nella celebrazione, svoltasi sabato 27 gennaio e raccontata oggi sul sito web della diocesi di Albano, il presule ha rivolto un invito a rinnovare, alla luce del Vangelo e per l’Europa, il senso concreto dell’“umanesimo” che significa “umanità nella sua pienezza, nella sua dignità, nel suo significato di coesistenza armoniosa tra gli uomini e con il creato”.
La riflessione di mons. Viva ha preso spunto dall’esperienza personale del vescovo, nato proprio a Francoforte e figlio di emigranti: “In questa città sin dalla mia nascita – ha spiegato – ho respirato l’incontro delle culture, l’apertura agli altri, l’accoglienza della diversità e lo sforzo dell’inculturazione. Qui, in questa città, specialmente nella testimonianza di vita dei miei genitori e di tanta brava gente, ho imparato la concretezza e il valore del lavoro, il senso del sacrificio. Chi vive oggi in Europa e, come me, è cresciuto con forti ideali di rispetto della dignità umana, di libertà, di pace, di centralità della famiglia, di solidarietà e di giustizia, si accorge inevitabilmente che viviamo tempi in cui gli architravi e molte certezze del vecchio mondo stanno cadendo. Allo stesso tempo vediamo impressionanti nuove possibilità e sviluppi, in un contesto di così rapida trasformazione, che facciamo fatica a riconoscere i caratteri di ciò che faticosamente sta nascendo, non solo nel male, ma anche nel bene. Come cristiani ci chiediamo cosa Gesù e la forza del suo Vangelo hanno da dire al nostro tempo?”.
Ecco, allora, il ritorno alla radice dell’umanesimo: “Per noi cristiani – ha aggiunto mons. Viva – Gesù è la pienezza dell’uomo: in lui l’uomo è rivelato a se stesso, in lui troviamo la nostra vocazione più alta, in lui abbiamo un modello concreto di cosa significa ‘umanità’. Di uno nuovo slancio di umanizzazione e di umanità ha bisogno anche la nostra attuale Europa. Le crisi globali che stiamo affrontando in questi giorni, come le guerre, gli egoismi nazionali, le migrazioni, le crescenti diseguaglianze, i disastri ambientali ci sollecitano a metterci nuovamente in cammino, come europei, con un bagaglio di valori però più allargato e un coraggio più determinato. Umanesimo, allora, vuol dire oggi, cercare soluzioni per i problemi globali con strumenti concettuali che sfuggono alla tentazione di chiudersi nelle proprie identità etniche e di gruppo, nell’autoreferenzialità e in una illusione di autonomia escludente. Proprio il Vangelo che abbiamo ascoltato ci invita a non soffocare la forza profetica della Parola di Dio, a osare di più, nel nome di Cristo”.
Ieri, domenica 28 gennaio, mons. Viva ha celebrato la messa con la comunità degli italiani di Francoforte, presso la Missione cattolica italiana di Francoforte.