Il patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, ha presieduto ieri sera la santa messa presso la palestra del liceo Galilei di Dolo a conclusione della marcia interdiocesana per la pace a cui ha preso parte anche il vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla. Le offerte che sono state raccolte durante la messa saranno destinate a un progetto di pace di Caritas italiana.
“Siamo grati al Santo Padre – ha detto il patriarca nella sua omelia – per aver voluto unire la preghiera e la riflessione sulla pace al tema dell’intelligenza artificiale. Come sappiamo, le nuove frontiere della tecnoscienza, e in particolare quelle dell’intelligenza artificiale, oltre ad opportunità – finora impensabili – ci mettono dinanzi ad un rischio epocale: passare ad un sistema di relazioni impersonali – ‘a distanza’ – annullando del tutto quell’empatia che, anche negli eventi più drammatici come la guerra, permette un contatto personale e, quindi, un possibile appello all’umano”. Invece, ha osservato mons. Moraglia, “gli algoritmi, i sistemi di intelligenza artificiale, gli strumenti bellici e le armi affidate a tali sistemi col controllo ‘da remoto’ aprono sempre più ad azioni devastanti, senza aver più la percezione di ciò che riguarda le sofferenze umane, soprattutto dei civili coinvolti”. Il patriarca ha concluso: “È sempre più necessario un fondamento etico che entri a far parte della stessa ricerca scientifica che elabora le nuove tecnologie dell’intelligenza artificiale affinché, in un’ottica positiva, tutto ciò dia un apporto rispettoso della dignità della persona umana”.