Il Governo colombiano ha riferito ieri che sul proprio territorio ci sono 34 incendi attivi, di cui 23 non controllati, secondo i dati diffusi attraverso il proprio profilo X dall’Unità nazionale per la gestione del rischio di catastrofi. Le condizioni che hanno favorito gli incendi in Colombia, che hanno colpito in particolare, i dintorni della capitale Bogotá e i dipartimenti di Cundinamarca e di Santander, continueranno almeno fino a marzo, ha riferito l’Istituto colombiano di idrologia, meteorologia e studi ambientali. Finora, gli incendi in Colombia hanno distrutto più di 7.400 ettari dall’inizio del fenomeno El Niño nel novembre 2023. Dei 360 incendi boschivi registrati da allora a oggi, 278 (77%) si sono verificati finora a gennaio.
Preoccupati per la situazione critica in cui versa il Paese a causa della scarsità d’acqua e dei molteplici incendi boschivi, i vescovi della Colombia hanno indetto una preghiera nazionale per domenica 28 gennaio, per chiedere a Dio il dono della pioggia. Inoltre, hanno inviato una lettera al popolo di Dio, in cui sottolineano la necessità di una “maggiore consapevolezza ambientale”, nonché la necessità di intraprendere azioni decisive per aiutare a prevenire questo tipo di rischio. “L’attuale situazione climatica che sta attraversando la Colombia, caratterizzata dalla scarsità di acqua potabile, dall’inaridimento della terra, dalla perdita dei raccolti e dagli incendi boschivi, ci spinge a guardare al Dio della vita, chiedendogli di muovere i nostri cuori per intraprendere azioni concrete di ‘conversione ecologica’, incoraggiati dalla cura e dalla conservazione che dobbiamo avere della nostra casa comune e dei più poveri, che sono i principali colpiti”, affermano i pastori nel loro messaggio. Attraverso un video-messaggio, il cardinale Luis José Rueda Aparicio, arcivescovo di Bogotá e presidente della Conferenza episcopale della Colombia, ricorda che questa situazione è anche una conseguenza dell’uso improprio delle risorse e della mancanza di prevenzione. “Oggi soffriamo per i roghi, ma anche per il disboscamento e l’inquinamento”, afferma.