Giorno della Memoria: Mattarella, “il culto del capo è stato un virus micidiale”. E ricorda 800 Giusti in Italia

“Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale, durante la celebrazione del “Giorno della Memoria” dal titolo “I Giusti tra le Nazioni”.
Il capo dello Stato ha ricordato, poi, “un lungo elenco di nomi, quasi ottocento quelli finora accertati in Italia, una costellazione di luci e di speranza che continua a rassicurare sul destino dell’umanità”. “Persone tra le più disparate: donne e uomini, laici e religiosi, partigiani e appartenenti alle forze dell’ordine, funzionari dello Stato, intellettuali, contadini. Accomunati dal coraggio, dalla rivolta contro la crudeltà, dal senso di umanità. C’è chi ha nascosto e protetto, chi ha falsificato documenti e liste, chi ha aiutato a espatriare. Migliaia di gesti, grandi e piccoli, di rivolta contro il conformismo e l’ideologia imperante”. Mattarella ha citato alcune di queste persone: da Giorgio Perlasca a Gino Bartali, ricordati anche nel video e nelle letture dell’evento. Poi, ha aggiunto altri nomi “che hanno condiviso il tragico destino della deportazione delle persone che hanno tentato di aiutare”. Odoardo Focherini, amministratore del giornale cattolico Avvenire d’Italia; Torquato Fraccon, partigiano, morto a Dachau insieme al figlio; padre Giuseppe Girotti, domenicano; Calogero Marrone, capo ufficio anagrafe del comune di Varese, Giovanni Palatucci, reggente della questura di Fiume; Andrea Schivo, agente di custodia nel carcere San Vittore di Milano. “Scoperti e arrestati dai nazifascisti hanno concluso la loro vita nei lager tedeschi. Di fronte alla barbarie, di fronte all’ingiustizia, tutte queste persone non hanno girato la testa, non hanno volto lo sguardo altrove”.

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