Un miliardo di euro per il biennio 2025-2026 per gli ultra 80enni con un Isee inferiore a 6mila euro annui, 25mila beneficiari su circa un milione di non autosufficienti. Il Consiglio dei ministri di ieri ha dato l’ok a una misura che aspettavamo da anni, ma che non va completamente nella direzione che come assistenti sociali auspichiamo da tempo”.
La presidente dell’Ordine degli assistenti sociali (Cnoas), Barbara Rosina, interviene sul decreto attuativo della legge 33 dello scorso anno in materia di politiche a favore delle persone anziane. “Non soltanto trasferimenti monetari – l’assegno di accompagnamento che si chiamerà assegno di assistenza quasi triplica – non soltanto soldi alle famiglie o agli anziani che devono poi provvedere da soli a quello di cui hanno bisogno – dice Rosina – Chiediamo e ci aspettiamo, non per noi, ma per i 10 milioni di persone coinvolte nel problema – anziani, famiglie, professionisti – presenza di servizi nei territori, in tutte le regioni e quindi adeguati investimenti e politiche rivolte a servizi domiciliari, diurni, residenziali, anche con nuove forme dell’abitare pensati per rispondere ai bisogni di salute delle persone anziane non autosufficienti. Questi insieme a centri multiservizi e servizi integrati sociosanitari”.
“Un passaggio a metà, dunque – conclude la presidente Cnoas – un riconoscimento della necessità di intervento, ma la domanda che torniamo a fare, in attesa di leggere attentamente il decreto e pur consapevoli che delle scelte in questa fase dovevano essere fatte, qual è il progetto di Welfare del futuro e perché il percorso a tappe – lo stanziamento parte dal 1 gennaio 2025 e si conclude il 31 dicembre 2026 – comincia dalle risorse, benvenute, e non dai servizi, dai professionisti”.