La revisione della sanità “non riguarda solo gli ambiti prettamente organizzativi e gestionali”; occorre creare un modello che “non si limiti a curare l’evento patologico ma si prenda cura del malato nella sua totalità”. E’ il monito del ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento alla presentazione, questa mattina a Palazzo Montecitorio, del progetto Dignitas Curae promosso dalla Fondazione Dignitas Curae Ets presieduta da Massimo Massetti, responsabile dell’Area cardiovascolare e cardiochirurgica del Policlinico Gemelli di Roma. Per il ministro è necessario “riorganizzare una sanità centrata sul malato e non sulle malattie o sulle singole prestazioni sanitarie. Un nuovo modello di cura promosso in questo documento e che non può rimanere una dichiarazione di intenti. A questo proposito – ha annunciato -, è mia intenzione istituire un gruppo di lavoro per valutare l’applicazione di questo modello di cura”.
Secondo Schillaci, è urgente una “ri-umanizzazione della medicina nell’epoca della sanità digitale”. E quest’ultima “deve diventare un moltiplicatore di empatia per evitare che una medicina sempre più iper specialistica ci faccia perdere la capacità di prenderci cura del paziente nella sua totalità, ossia di avere attenzione ai suoi bisogni, che non sono solo di salute”. Ma questo richiede di tornare a “guardare al paziente come ad una persona con il suo vissuto, non solo con occhio clinico ma anche con sguardo umano”. A questo fine, ha concluso il ministro, “c’è bisogno del contributo di tutti gli attori coinvolti nella rifondazione del sistema sanitario, nel rispetto delle differenze dei compiti e dei ruoli, perché ciascuno dei soggetti interessati, il ministero della Salute, le Regioni, le aziende sanitarie, il personale sociosanitario, il mondo del volontariato, determinerà con il proprio contributo quale sanità consegneremo al futuro”.