Giornalisti trentini in festa all’indomani della ricorrenza del loro patrono San Francesco di Sales e nel giorno – 25 gennaio – della conversione di San Paolo. La prima parte della mattinata si è svolta nelle sale del Museo diocesano tridentino con l’assemblea elettiva dell’Ucsi, l’Unione cattolica stampa italiana che ha rinnovato il proprio direttivo e, a seguire, la visita alla mostra Orantis Imago ospitata fino a giugno al Diocesano. Quindi la messa in cattedrale presieduta dall’arcivescovo Lauro Tisi. Da monsignor Tisi un grazie sincero insieme all’apprezzamento per il mondo della comunicazione trentina, con un pensiero ai giornalisti che soprattutto negli scenari di guerra hanno perso la vita per informare o a quanti operano nel precariato. Nell’omelia monsignor Tisi ha ripreso il significato del termine conversione, “intesa nel Nuovo Testamento – ha argomentato – come il porsi nell’orizzonte di Gesù di Nazaret e avere una vision aperta, universale. Anche Paolo, ebreo adamantino e osservante della legge – ha aggiunto Tisi – passa ad essere colui che permette al cristianesimo di avere una dimensione universale e diventare buona notizia per tutti gli uomini”. “Ognuno di voi – ha detto l’arcivescovo ai giornalisti – ha un proprio background e delle vision che non dovrebbero però mai impedire l’apertura alla novità. Comunicare è lasciarsi sorprendere dalla realtà e chi fa comunicazione dovrebbe lasciarsi cambiare dalla realtà, senza filtrar tutto con il proprio vissuto. Se nel corso della vostra vita professionale avete cambiato idea, allora siete sani!” “San Paolo – ha detto ancora Lauro – non ha rinunciato alla conflittualità e alla dialettica, a cominciare dall’istituzione, che però ha sempre rispettato. Anche chi fa comunicazione è chiamato a pungolare e criticare l’istituzione, ma se non salviamo il valore dell’istituzione rischiamo di farci male. Perché avendo delegittimato tutte le istituzioni, non ci resta che la disperazione. Non siate distruttori dell’istituzione”. Quanto al tema dell’Intelligenza artificiale, al centro del Messaggio di Papa Francesco reso noto il giorno del patrono, mons. Lauro ha rilanciato il passaggio in cui il Papa critica il termine “intelligenza” affiancato alle macchine. “Le macchine – ha ribadito mons. Lauro – non fanno altro che elaborare dati immessi da noi, ma non hanno elementi valoriali e quindi chiamarla intelligenza artificiale è improprio. Essa lavora solo sul passato e non è in grado di rielaborarlo per immaginare il futuro, com’è invece proprio solo dell’intelligenza umana”. Infine un richiamo a San Francesco di Sales e al suo esempio di una “comunicazione che non ferisca ma sia costruttiva e non vada a distruggere le persone. Mentre il mondo social in particolare colpisce le persone. Evitiamo – ha ammonito Tisi – di trasformare i fatti in volti personali, mettendo un nome contro l’altro e mistificando la realtà”. Al termine della messa e nel corso di un brindisi a Palazzo Roccabruna l’arcivescovo Lauro ha ringraziato il presidente uscente dell’Ucsi Giustino Basso al quale, dopo nove anni, non potrà essere rinnovato l’incarico. Basso proseguirà peraltro il suo impegno associativo nel direttivo eletto nell’assemblea odierna.